ASSEGNO DI INCLUSIONE, migliaia di domande cancellate, dai comuni non arriva il documento essenziale | Le famiglie senza soldi

Assegno di inclusione - piemontetopnews.it
Domande respinte per mancanza dei documenti dai comuni: migliaia di famiglie senza sostegno economico in attesa dell’assegno di inclusione.
Scoppia il caos sul nuovo assegno di inclusione (ADI), la misura introdotta dal governo per sostituire il Reddito di Cittadinanza.
Migliaia di famiglie in tutta Italia rischiano di rimanere senza sostegno economico a causa di un intoppo burocratico che sta bloccando la lavorazione delle pratiche.
Il nodo riguarda un documento di fondamentale importanza poiché si tratta di un passaggio indispensabile per la convalida della domanda.
Secondo quanto emerso, molti comuni non hanno ancora inviato i documenti necessari all’INPS, determinando la cancellazione automatica di migliaia di richieste.
Procurati questo documento
Intanto, l’INPS ha fatto sapere che senza la conferma non può procedere all’erogazione dei fondi. La situazione sta generando un vuoto economico immediato per decine di migliaia di nuclei familiari già in difficoltà, che contavano sull’assegno per l’acquisto di beni di prima necessità.
Si direbbe che un diritto riconosciuto per legge verrebbe negato per colpa di un problema amministrativo, ma senza questo documento risulta completamente impossibile. Quello che è certo è che serve subito una soluzione, altrimenti si rischia una vera emergenza sociale.
Per l’assegno ti serve questa documentazione
L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura di sostegno economico introdotta con il decreto-legge n. 48 del 4 maggio 2023, convertito poi nella legge 85/2023, che mira a contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale e lavorativa. Per accedere all’ADI, il nucleo familiare deve rispettare vari requisiti economici, patrimoniali, di cittadinanza/residenza, nonché avere almeno un componente in una delle categorie indicate (minori, persone disabili, ultrasessantacinquenni, persone in condizioni di fragilità o svantaggio). Una parte fondamentale della procedura consiste nella certificazione da parte dei Servizi Sociali dei Comuni. I dati del nucleo familiare vengono trasmessi al Servizio Sociale del Comune di residenza tramite la piattaforma (GePI / SIISL) per l’analisi preliminare, per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo, per la presa in carico di eventuali situazioni complesse.
È previsto un primo appuntamento obbligatorio con i Servizi Sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD). Questo incontro serve per verificare lo stato del nucleo familiare, definire eventuali supporti, ascoltare le esigenze e procedere con la presa in carico. Quando il Comune non effettua la certificazione o non prende in carico in tempo il nucleo familiare, si verificano alcune conseguenze importanti, perché se il nucleo non si presenta al primo appuntamento entro i 120 giorni oppure non viene convocato o non risulta registrato l’incontro da parte del Servizio Sociale, l’erogazione del beneficio può essere sospesa. Nel caso la mancanza di certificazione o presa in carico venga valutata come inadempimento senza giustificato motivo, si può arrivare anche alla decadenza del diritto all’Assegno. Se il primo incontro con i Servizi Sociali avviene dopo il termine, ma viene comunque registrato, si può riattivare il beneficio, comprese le mensilità arretrate, se previsto.