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Artisti piemontesi: Lea Ricci, la “pittrice dei colori scintillanti”

Lea Ricci, nata a Cesena, ma torinese (o meglio casellese) di adozione, è una pittrice molto nota nel panorama artistico internazionale. E ne ha ben donde, perché le sue opere, presentate in decine di mostre individuali, retrospettive o collettive nelle più prestigiose Gallerie d’Arte del Piemonte, in Italia, in Europa e nel mondo, si fanno subito piacevolmente notare per uno stile vivace, accattivante e luminoso.

La si potrebbe definire “l’Artista dei colori scintillanti” perché le sue tele sono un trionfo di tinte smaglianti, luminose, amalgamate con creatività geniale, per trasmettere gioia, allegria, speranza e ottimismo: caratteristica che non è assolutamente consueta tra gli artisti del pennello. Ma coerente con chi, come Lea Ricci, ha un animo gioioso, che si riflette costantemente nel suo cordiale sorriso e nella luce splendente dei suoi occhi vivaci.

Reminiscenza, Un’opera astratta di Lea Ricci

In veste di giurato di alcuni concorsi letterari, ho conosciuto dapprima Lea Ricci come poetessa: la sua poetica, come la sua pittura, mi è apparsi subito gioiosa, spensierata, ma al tempo stesso didascalica e adatta a lettori di ogni età. E non è un caso che la Ricci, come mi è capitato di scoprire in seguito, sia anche una fluida autrice di filastrocche per l’infanzia. Ho conosciuto la Ricci pittrice solo in un secondo tempo, visitando un collettiva presso la Sala espositiva di Arte Città Amica. Ed è stata immediata fascinazione per il suo stile e per le sue opere.

Lea Ricci con l’opera “Omaggio a Claudio Monteverdi”

Il fil rouge del linguaggio artistico che lega tra loro tutte le tele di questa talentuosa e affermata pittrice, che pur tocca tematiche molto diverse tra loro, è il colore, un fiammeggiante colore.

“Amo dipingere perché i colori – sempre vivacissimi (ndr) – rappresentano la sublimazione dell’anima…”: è dunque all’anima dell’artista che bussa la Musa ispiratrice di Lea Ricci, anima che anela a esporsi e a mostrarsi nella propria essenza e nel proprio candore, con l’esplosione di una fanciullesca risata.

Realtà luminosa, opera di Lea Ricci

Le sue composizioni oscillano tra il cubismo e il surrealismo, tra il realismo e la visione onirica, tra lo stile romantico-elettronico e l’informale-materico per usare alcune espressioni della stessa Artista.  Spesso è la scienza a dare l’abbrivio ai pennelli di Lea Ricci. Bionica e cibernetica, elettronica, astronautica spaziale, fisica e chimica vengono sapientemente mixate nell’arte, per rendersi alla portata dell’uomo comune, che non necessariamente è un uomo di scienza, per portare meraviglia e stupore, e un valore aggiunto di fiducia nell’uomo. Lea Ricci è sempre in movimento, sempre alla ricerca di nuove sollecitazioni, di nuovi sbocchi, di nuovi temi, di nuovi soggetti, di nuove sperimentazioni che possano trasmettere una carica emotiva gioiosa all’osservatore “con sfumature – come lei stessa afferma – che possono apparire a volte velate, altre volte istintive, irrompenti, o che in altre occasioni generano linee severe od oscure, ma che sempre possano far esclamare chi si trova davanti a un mio quadro che… IL COLORE è VITA!”

Ed è certamente questo uno dei segreti che rendono incantevoli i quadri di questa pittrice eclettica, dalla geniale e multiforme creatività.

Sergio Donna

P. S. Qui sotto si può visitare la Galleria d’Arte virtuale di Lea Ricci.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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