Altro che migliore, la cucina italiana é una schifezza: solo qui si mangia veramente bene | Una tradizione fatta a pezzi
 
        La cucina italiana (Foto di Leopictures da Pixabay) - piemontetopnews.it
La cucina italiana sembra aver perso il suo primato nel mondo. Qualcuno sostiene che in realtà si mangia meglio altrove.
Che si parli di tortellini o di tiramisù, di pizza napoletana o di un bicchiere di Barolo, ogni italiano cresce con una certezza incrollabile: la nostra cucina è la migliore del mondo. Non una semplice convinzione, ma un dogma tramandato con più fervore di un’eredità di famiglia.
Il turista che approda nel Bel Paese lo sa: qui il cibo non si mangia soltanto, si celebra. Ogni pasto diventa un piccolo rito domestico, ogni ricetta una dichiarazione d’amore per la tradizione. Persino il più distratto tra i viaggiatori lo capisce: l’Italia è la patria del gusto.
Non a caso, ovunque nel mondo spuntano imitazioni più o meno riuscite delle nostre specialità. Dalla “carbonara” con panna londinese al “pizza toast” americano, abbiamo imparato a sorridere (amaramente) davanti a certi esperimenti. Il messaggio, però, è chiaro: tutti vogliono essere italiani a tavola.
Eppure, qualcosa sembra scricchiolare nel regno del ragù e della pasta al dente. Secondo alcune autorevoli voci internazionali, la supremazia culinaria tricolore non è più così scontata. Anzi, c’è chi sostiene che, almeno per quest’anno, altrove si mangi meglio.
La cucina italiana non è la migliore
A dirlo non è l’ennesimo influencer in cerca di click, ma Condé Nast Traveller, la rivista di viaggi tra le più prestigiose e influenti al mondo. I suoi Readers’ Choice Awards 2025, (i premi annuali assegnati dai lettori) appena pubblicati, hanno scatenato un piccolo terremoto gastronomico: nessuna città italiana è entrata nella top 10 mondiale dei luoghi dove si mangia meglio.
Tra le prime posizioni, secondo quanto riportato da money.it, spiccano nomi sorprendenti. Dai sapori speziati di Chiang Mai in Thailandia alla vivacità culinaria di Madrid, passando per l’energia di Tokyo – che si è guadagnata il primo posto assoluto – la mappa del gusto sembra parlare sempre meno italiano. E in mezzo, città come Santa Fe o Città del Capo dimostrano che il mix culturale può battere anche il più raffinato tagliolino.

Orgoglio culinario messo in discussione
L’Italia, per carità, non ne esce umiliata: resta saldamente sul podio dei Paesi con la migliore cucina, seconda solo alla Thailandia. Ma il messaggio è chiaro: mentre noi difendiamo le nostre ricette con il rigore di un archivista, altrove il cibo si reinventa, si contamina, sorprende.
E va bene così. Perché sperimentare, assaggiare e lasciarsi incuriosire dal mondo è bellissimo, ma quando sul tavolo arrivano una lasagna fumante, una pizza appena sfornata o un piatto di tagliatelle al ragù, tutto il resto scompare. Le classifiche cambiano, i gusti si evolvono, ma la nostra cucina resta ciò che è sempre stata: un patrimonio di sapori, storie e passione. E questo, fortuna nostra, non lo decide nessuna giuria.
