Agenzia delle Entrate minaccia i giocatori di gratta e vinci: “Vi perseguiteremo” | 116mila euro di multa

Gratta e Vinci nel mirino del Fisco - Piemontetopnews.it

Gratta e Vinci nel mirino del Fisco - Piemontetopnews.it (Foto X)

Tentare la fortuna con il gioco d’azzardo può essere appassionante, ma occhio ai furbetti: lo Stato non transige più.

Gli italiani e la pausa pranzo al lavoro. Un rapporto senza pace. Già, perché tra i milioni di italiani che devono “sottostare” ad un obbligo non amato da tutti e la gestione di quell’intervallo di tempo non c’è mai stato troppo feeling.

Non sono infatti pochi coloro che, in particolare tra chi ha un part time, preferirebbe non averlo neppure quell’intervallo. I motivi sono molteplici, perché c’è chi semplicemente non riesce a concentrarsi dopo aver staccato e chi più banalmente vorrebbe tornare a casa prima.

Ecco allora che può capitare di proporre addirittura l’eliminazione dello stop già in sede di contrattazione, sebbene tale scenario non piaccia mai troppo ai datori di lavoro, per una serie di motivi.

In primo luogo la necessità di ridiscutere l’orario di uscita di almeno mezz’ora, ma anche il timore che il lavoratore possa perdere la concentrazione lavorando per quattro o sei ore di fila concedendosi solo i 15 minuti previsti dalla legge ogni due ore.

Ludopatici o impostori? L’infinita gamma degli appassionati di Gratta e Vinci

La situazione ovviamente cambia per coloro che lavorano otto ore. Il tempo pieno prevede per legge una pausa di almeno mezz’ora, in questo caso davvero fisiologica per tutti. Dagli occhi al cervello, nessun organo è fatto per lavorare senza interruzioni.

Già, ma a questo punto si pone il problema dei problemi. Come gestirlo quell’intervallo? Alimentandosi, certo, a patto di non esagerare per evitare di appesantire la digestione visto che bisognerà tornare sul proprio posto di lavoro. Un’altra pratica molto comune è quella di dedicarsi ad un passatempo rilassante e potenzialmente remunerativo come i Gratta e Vinci. Un salto in tabaccheria non si nega a nessuno. Ma da oggi bisogna tenere gli occhi aperti.

Vincite fasulle, Agenzia delle Entrate al lavoro - Piemontetopnews.it
Agenzia delle Entrate al lavoro – Piemontetopnews.it (Foto X)

Simulano vincite per evadere il fisco? L’Agenzia delle Entrate li stana uno ad uno

In tempi di grande crisi economica, infatti, c’è chi è arrivato ad abusare anche di questa possibilità messa a disposizione dai Monopoli di Stato. In che modo? Non esagerando nel gioco, perché quella è ludopatia e crea problemi solo a sé stessi e non alle istituzioni, bensì addirittura simulando delle vincite. Vero che alla fine il guadagno netto di una giocata fortunata è sempre inferiore a quanto ci si aspetterebbe, ma da qui a eludere il fisco il passo è lungo.

Eppure negli ultimi anni sono in preoccupante aumento i controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate attraverso i quali è stato possibile smascherare chi aveva cercato di giustificare una strana movimentazione di denaro attraverso una vincita in realtà mai avvenuta. Due sono gli strumenti a disposizione dello Stato: provvedere a un’importante tassazione, pari a 43.000 euro nel caso in cui si tratti di € 100.000 di vincita, e far partire controlli più approfonditi qualora la somma evasa superasse i 150.000 euro, perché in quel caso si configurerebbe il reato penale. Per la serie, come trasformare una passione in una fonte di guai.