Addio al colosso del cioccolato, chiuso per sempre: cittadini in rivolta | In Piemonte era una vera istituzione

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Le sfide della crisi: la situazione della Barry Callebaut in Piemonte. Il difficile equilibrio tra lavoro e tessuto produttivo
La notizia della chiusura dello stabilimento Barry Callebaut di Intra, frazione di Verbania, ha scosso profondamente il Piemonte e l’intera comunità locale.
Quella che per decenni è stata una vera e propria istituzione nel panorama industriale e occupazionale del Verbano-Cusio-Ossola, si appresta a chiudere i battenti, lasciando un’amara sensazione di abbandono e incertezza per centinaia di famiglie.
Barry Callebaut, colosso svizzero-belga del cioccolato e leader mondiale nella produzione di prodotti a base di cacao e cioccolato, ha annunciato la decisione di dismettere il sito di Intra, motivandola con la “limitata redditività futura e la complessità logistica del sito”.
Una doccia fredda per i circa 105 dipendenti a tempo indeterminato, i 30 con contratti a termine e gli ulteriori 30-40 addetti nell’indotto, che si ritrovano da un giorno all’altro di fronte a un futuro incerto.
Oltre il cioccolato: il futuro incerto dei lavoratori
Inizialmente, l’azienda aveva previsto la chiusura entro il 31 marzo 2025, ma grazie alla pressione delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, è stata ottenuta una proroga. Barry Callebaut ha infatti acconsentito a mantenere invariati i livelli di produzione fino a tale data, per poi diminuirli gradualmente fino al 30 giugno 2025, offrendo così più tempo per la ricerca di un nuovo acquirente. Vi è anche la possibilità di un’ulteriore estensione fino al 31 agosto, qualora si presentasse un acquirente concreto.
Tuttavia, il percorso è irto di ostacoli. I sindacati hanno espresso insoddisfazione per i tempi limitati e per la non disponibilità dell’azienda a vendere a un competitor, denunciando persino l’assunzione di lavoratori interinali mentre erano già state avviate le procedure di licenziamento collettivo. Una situazione che ha generato forte indignazione e l’accusa di “sciacallaggio industriale”.
Dalle trattative alla speranza: la ricaduta sociale
La chiusura di uno stabilimento così radicato nel tessuto sociale ed economico del territorio non è solo una questione di numeri e bilanci, ma rappresenta una ferita profonda per la comunità. L’addio a un colosso del cioccolato, che ha segnato la storia industriale della zona, è percepito come una perdita non solo economica ma anche identitaria.
Attualmente, il tavolo di trattativa si è spostato a livello regionale, con l’Advisor individuato dalla società, Vertus, incaricato di strutturare la ricerca di un nuovo acquirente che possa garantire la continuità occupazionale. Si sta cercando attivamente una soluzione di reindustrializzazione per lo stabilimento, un’operazione complessa che richiede il contributo sinergico di tutte le parti coinvolte.