CANONE, se hai l’abbonamento ad Amazon Prime paghi l’extra-tassa | La fine per chi compra online
Canone tv, spunta l'extratassa - Piemontetopnews.it (Foto Pexels)
Con il canone Rai in bolletta e gli abbonamenti on-demand guardare la televisione costa sempre di più: spunta la peggiore delle sorprese.
La svolta dettata dai vertici Rai è arrivata inattesa. La stagione televisiva è appena iniziata e tutto lasciava pensare che le decisioni più importanti fossero già state prese. Del resto, il tempo a disposizione è stato tanto…
L’estate di “mercato” non ha portato grandi scossoni né in Viale Mazzini, né a Cologno Monzese, al punto che la notizia più importante è coincisa con il rinnovo del matrimonio tra la Rai e il Comune di Sanremo per la trasmissione del Festival.
L’evento dell’anno è al sicuro almeno fino al 2028. Per il resto, la stagione 2025-’26 è iniziata all’insegna di tante conferme. Ma anche di un taglio inatteso. Quello della durata di ‘Affari Tuoi’, la trasmissione regine dell’access prime time.
Lo show di Stefano Di Martino aveva preso una brutta piega, prolungandosi anche per più di un’ora con conseguente slittamento fino quasi alle 22 dei programmi di prima serata. Troppo per chi la mattina dopo deve alzarsi presto per andare a lavorare. E che, soprattutto, paga il Canone.
Tv generalista o on-demand? L’eterno dibattito alla prova del Canone
Già si tratta della tassa più discussa dagli italiani, il fatto di non poter neppure godere fino in fondo del palinsesto di prima serata aveva iniziato a scontentare parecchi utenti al punto da spingerli a ricorrere a strumenti di protesta forti, clamorosi e potenzialmente definitivi.
Come ad esempio rinunciare alle trasmissioni della Tv di Stato per dedicarsi ad altre piattaforme. Come quelle on-demand, per le quali non esistono vincoli di orario. Ma guardare i propri film preferiti e le serie tv del cuore dove e quando si vuole rappresenta davvero il benefit della tv del domani?

Amazon Prime, spunta l’extra-tassa: i film gratis sono un ricordo
In fondo è tutta una questione di soldi. E allora, cosa accadrebbe se l’on-demand inserisse una sovrattassa? Un colpo potenzialmente fatale per chi ama lo streaming dei film, ma anche un freno per chi ha le mani bucate. Ebbene, di questo si può parlare per quello che riguarda Amazon Prime, l’abbonamento che include anche la piattaforma di streaming Prime Video. L’aumento delle tariffe di Prime Video è bloccato da qualche anno, ma la crescita delle interruzioni pubblicitarie sulla piattaforma, raddoppiate nel 2025, rappresenta di fatto un aumento “virtuale” del costo dell’abbonamento.
Già un anno fa i vertici del gruppo avevano annunciato la “novella” per gli abbonati che non avessero scelto l’opzione Premium, quella che consente di rimuovere gli annunci al prezzo aggiuntivo di 1,99 euro al mese. E non basta ancora, dal momento che molti utenti lamentano come diversi contenuti che prima erano free siano diventati a pagamento. Le proteste si moltiplicano, ma del resto l’aumento dell’offerta Amazon, che da quest’anno include anche il basket NBA, impone all’Azienda di accrescere gli introiti. Il modello “ibrido” tra chi sceglie di pagare il prezzo mensile della versione senza pubblicità e una parte ulteriore dalla pubblicità stessa è la soluzione scelta. Così è, anche se non vi pare.
