La TARI é solo un brutto ricordo: ecco la data da cui non si pagherà più | Gli italiani tirano un sospiro di sollievo

Addio Tari (web) - Piemontetopnews.it

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È una delle imposte locali più odiate e discusse, un vero e proprio fardello che ogni anno pesa sulle tasche di milioni di famiglie italiane.

Parliamo della Tassa sui Rifiuti il cui calcolo spesso appare oscuro e disconnesso dall’effettivo impegno civico nella raccolta differenziata.

E se vi dicessimo che un cambiamento radicale è non solo in arrivo, ma già fissato in calendario?

Un’autorità chiave ha stabilito un termine definitivo per una rivoluzione che promette equità e trasparenza per tutti i contribuenti.

Preparatevi a scoprire quando e come questo odioso tributo diventerà solo un lontano e sgradito ricordo.

Addio TARI

Il conto alla rovescia è iniziato e la data da cerchiare in rosso è il 2028. È questo il termine fissato da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) per il passaggio obbligatorio di tutti i Comuni italiani a un nuovo sistema di ripartizione dei costi dei rifiuti. La vera novità, e il sollievo per molti, è che questa ripartizione non sarà più basata su parametri generici, ma sui conferimenti reali di rifiuti da parte di famiglie e imprese. Questo sistema allinea la disciplina nazionale agli obiettivi europei e introduce una logica di “chi inquina (o meglio, produce rifiuti) paga”, sostituendo il vecchio e criticato modello della TARI.

Questa transizione non è un salto nel buio; in molti territori si sta già sperimentando la Tariffa Corrispettiva (Taric), un assaggio di come sarà il futuro. Come spiegano dall’Ato Toscana Centro, nella Taric il rapporto di spesa tra le due categorie di utenze (domestiche e non domestiche) risponde a dati effettivi: è possibile sapere a quanto ammonta il rifiuto realmente conferito. Tuttavia, il cambiamento, pur mirato all’equità, ha avuto un impatto immediato in alcuni Comuni, traducendosi in un aumento delle bollette per alcune famiglie. La normativa Arera del 2028 obbligherà i Comuni, anche senza passare alla Taric, a calcolare il rapporto tra categorie in modo proporzionale ai conferimenti reali.

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Si inizia da queste città

Il passaggio da TARI a Taric è stato compiuto da numerosi Comuni, specialmente in Toscana, tra il 2023 e il 2024, tra cui Borgo San Lorenzo, Empoli, Vinci e molti altri. Nel 2025 si sono aggiunti Poggio a Caiano e Campi Bisenzio, con Figline e Incisa, Bagno a Ripoli e Vicchio che seguiranno dal prossimo anno. A Campi Bisenzio, ad esempio, i costi per le famiglie sono passati dal 39% al 59%, mentre quelli per le imprese sono scesi dal 61% al 41%, un ribaltamento dovuto alla ponderazione basata sui conferimenti reali.

La ripartizione precedente al passaggio di Campi Bisenzio, con un 35% dei costi per le utenze domestiche e un 65% per le non domestiche, è ancora simile a quella attuale di Firenze. Il capoluogo toscano è ancora lontano dalla Taric, ma il suo ingresso nella compagine dell’Ambito Tariffario (Ats1) potrebbe avere un effetto dirompente. Dato che il primo nucleo di Comuni era composto prevalentemente da centri con poca utenza non domestica, i costi erano più sbilanciati sulle famiglie. L’ingresso di grandi città con una diversa composizione socio-economica e modalità di raccolta (Firenze ha circa il 70% su strada) porterà quasi certamente a nuove significative modifiche nella ripartizione, garantendo che i costi vengano finalmente suddivisi con una logica più giusta e misurabile per tutti.