Piemonte – Giappone, la regione italiana è entrata nel mirino, la conquisteranno a breve | La crisi li spinge in Italia

Cina conquista il Giappone (canva) - Piemontetopnews.it
C’è una storia che sta per cambiare il futuro di una delle regioni più belle d’Italia: il Piemonte.
Un’antica tradizione agricola, radicata da secoli, si trova improvvisamente al centro di un interesse inaspettato.
Non si tratta di turismo, ma di una questione di sopravvivenza, per un’intera nazione.
Un prodotto simbolo, un’icona millenaria, rischia di scomparire dalle tavole del Sol Levante.
E la soluzione a questa crisi potrebbe trovarsi proprio qui, nelle nostre campagne.
Alla conquista del Sol Levante
Sembra un paradosso, ma il riso piemontese potrebbe presto diventare un prodotto d’importazione strategico per il Giappone. L’idea è emersa all’Expo di Osaka, durante la settimana dedicata al Piemonte, all’interno del padiglione Italia, il più visitato dell’intera rassegna. Il Commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, ha lanciato questa proposta a una delegazione piemontese di alto livello, che includeva il presidente della Regione, il sindaco di Torino, il rettore del Politecnico e l’assessore all’Agricoltura. Questo potenziale accordo nasce dalla necessità del Giappone di far fronte a una crescente crisi nella produzione di un alimento che è il perno della sua cultura culinaria e non solo.
La necessità di importare riso è il risultato di una “tempesta perfetta” che ha colpito il mercato giapponese. Nonostante il Paese sia uno dei maggiori consumatori al mondo, la produzione interna sta affrontando diverse sfide. Il cambiamento climatico, con l’innalzamento delle temperature e le crisi idriche, ha ridotto le rese. A ciò si aggiunge una questione politica, con il partito di governo che da anni sostiene i coltivatori tramite sussidi che pesano sui bilanci statali, portando a fenomeni di speculazione e aumento dei prezzi. Per tamponare la situazione, il Giappone ha finora fatto affidamento su riserve e importazioni dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’accordo di libero scambio siglato tra l’UE e il Giappone nel 2019 ha aperto nuovi orizzonti, e qui entra in gioco il Piemonte, pronto a giocare la sua partita.
La qualità piemontese non si batte
L’Italia è il primo produttore europeo di riso, e il 50% di questa produzione proviene proprio dal Piemonte. Il prodotto italiano è molto apprezzato per la sua qualità superiore e per il basso utilizzo di pesticidi, imposto dalle rigide normative europee. L’interesse del Giappone non è una semplice teoria: sei buyers giapponesi si sono già presentati all’evento Risò di Vercelli, dimostrando una concreta intenzione di operare con un prodotto che, sebbene diverso da quello consumato abitualmente in Giappone, sembra aver già riscosso successo.
L’assessore all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, sottolinea l’importanza di non farsi trovare impreparati. “Il Piemonte è la culla dell’agroalimentare – ha spiegato all’Expo di Osaka – ma il Giappone ci insegna che tutto cambia rapidamente”. In quest’ottica, la regione sta pianificando di strutturare un osservatorio sulle eccellenze piemontesi, a partire da quello sul vino, un altro settore in crescita, con il mercato indiano che si prospetta particolarmente promettente. La strategia è chiara: osservare attentamente i mercati emergenti per indirizzare le risorse dove il successo è più probabile.