LEGGE 104 ora la decisione è ufficiale: tolte tutte le agevolazioni economiche | Se ne può beneficiare solo in un caso

Legge 104, facciamo chiarezza sui diritti dei possessori - Piemontetopnews.it (Foto X)
Discussa da tanti e invisa da più di qualcuno la popolare legge sull’integrazione sociale si arricchisce di un nuovo capitolo.
Ha abbondantemente superato i 33 anni di età, quindi dovrebbe essere nel pieno della vita, con tanti sogni da inseguire e progetti da cercare di realizzare. Eppure, la sua esistenza non è stata finora priva di contrattempi.
Stiamo parlando della Legge 104/1992, che ha visto la luce proprio il 5 febbraio dell’ormai lontano 1992, con entrata in vigore il 18 febbraio, il giorno dopo lo scoppio dello scandalo di Mani Pulite. Non proprio il migliore dei viatici…
Le sue finalità sono state chiare fin dal suo nome alternativo, “Legge Quadro per l’assistenza”. Dovrebbe essere un caposaldo di un paese che mira a tutelare i diritti di minoranze meno fortunate, in particolare in un’epoca in cui si fa un gran parlare di integrazione sociale.
In effetti è così, almeno fino ad oggi. Tuttavia la legge che tutela i diritti dei disabili anche attraverso benefici e permessi retribuiti per i lavoratori e i loro familiari non piace a tutti.
I danni esponenziali dei furbetti della Legge 104: il Governo diventa inflessibile
O meglio, chi la critica non si focalizza sulle sue finalità, nobili e doverose in un’epoca come quella attuale, bensì su chi la utilizza male, attraverso quella tendenza alla furbizia, parente stretta dell’inganno, di cui in Italia c’è chi non riesce a fare a meno.
Il riferimento all’abuso dei permessi retribuiti, di cui si rendono colpevolmente protagonisti molti lavoratori, che utilizzano l’assistenza al familiare disabile solo come un espediente per farsi qualche giorno di vacanza a spese del proprio datore di lavoro.
Normativa senza scappatoie: insorge il popolo della 104
Se non è una prassi, per fortuna, si tratta di una gran brutta abitudine le cui conseguenze rischiano di ripercuotersi sulla collettività. Ecco allora inseguirsi ciclicamente le indiscrezioni su possibili tagli radicali da parte del Governo dei fondi da dedicare a questa legge. Per fortuna per ora si è trattato solo di minacce, anche perché la numerosa platea di utenti che utilizzano questa legge richiedono un allargamento e non una restrizione dei vantaggi previsti.
Allo stato attuale, ad esempio, i titolari della Legge 104 non fruiscono di agevolazioni per il pagamento del pedaggio autostradale. L’articolo 373, comma 2, del Decreto 495/1992, prevede infatti che siano esentati dal pagamento esclusivamente i veicoli della Croce Rossa Italiana e i mezzi appartenenti ad associazioni di volontariato o organizzazioni simili senza scopo di lucro, a patto che siano impiegati in attività di soccorso. L’esenzione si applica quindi esclusivamente alle situazioni di emergenza, quali un trasporto effettuato da ambulanze del 118 o il trasporto di organi o sangue. I veicoli privati utilizzati dalle persone con disabilità o dai loro caregiver, anche se titolari della Legge 104, sono quindi sottoposti al pagamento del pedaggio intero, al pari di qualsiasi altro automobilista. E almeno nel breve periodo non si prevedono novità a proposito.