HA FALLITO, il colosso automobilistico ha chiuso le sue serrande per l’ultima volta | 700 famiglie in mezzo a una strada

Automotive, crisi senza fine: chiude un colosso mondiale - Piemontetopnews.it

Automotive, crisi senza fine: chiude un colosso mondiale - Piemontetopnews.it (Foto X)

Se mantenere un’auto è sempre più costoso, non sta meglio chi le macchine le produce: la storica ditta si arrende ai debiti.

Auto mia, ma quanto mi costi? Non ce n’è, possedere un mezzo proprio rappresenta il più classico degli onori-oneri. Al giorno d’oggi non avere quotidianamente a disposizione un’automobile può essere esiziale.

Che si tratti di recarsi al lavoro o semplicemente di andare a fare la spesa, senza trascurare la variabile di accompagnare i figli a scuola per poi magari tornare a casa e lavorare in modalità smart, avere un volante tra le mani è indispensabile.

Sia che si viva in una grande città, benché il traffico rischi di essere invivibile suggerendo l’utilizzo di mezzi pubblici o propri, ma meno ingombranti (scooter, bicicletta) sia, soprattutto, che la propria dimora sia una città medio-grande.

Non essere schiavi degli orari dei mezzi pubblici rappresenta un vantaggio irrinunciabile e pazienza se c’è da soffrire nel trovare parcheggio. Che si sia single o si abbia una famiglia, se c’è da fare un sacrificio economico lo si compie quasi più per l’auto che per la casa.

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Solo che c’è l’altra faccia della medaglia, rappresentata dai costi per il mantenimento del “gioiello di famiglia”. Dalla RCA al bollo, dal tagliando al cambio degli pneumatici da estate a inverno e viceversa, l’esborso economico annuale è sempre più consistente, a fronte di stipendi che non aumentano.

I poveri automobilisti costretti a farsi in quattro per far quadrare i conti, eppure i colossi dell’automobile sono sempre più ricchi. Un assunto incontrovertibile, ma fino a prova contraria. Perché se Stellantis non se la passa benissimo, l’attualità ci mostra che alte case produttrici stanno vivendo momenti molto difficili.

La sede tedesca della Kiekert - Piemontetopnews.it
La sede tedesca della Kiekert – Piemontetopnews.it (Foto X)

Sparisce il marchio storico: sanzioni fatali, dichiarata l’insolvenza

Anzi, in qualche caso è corretto dire “stavano vivendo” e se la brutta notizia arriva dalla Germania, la culla per eccellenza del settore, c’è davvero da preoccuparsi. Tant’è è un fatto che Kiekert, azienda tedesca fondata nel 1857 e leader mondiale nella produzione di chiusure centralizzate per auto, ha ufficialmente dichiarato bancarotta.

Il tribunale distrettuale di Wuppertal ha avviato la procedura di insolvenza per le due principali società operative del gruppo che conta 4.500 dipendenti in 11 sedi e un fatturato annuo vicino agli 800 milioni di euro. La divisione tedesca dell’azienda conta 700 dipendenti, per i quali gli stipendi saranno garantiti dal fondo fallimentare fino a novembre. Resta però incertezza assoluta sulla continuità aziendale. La causa della crisi risiederebbe nella nuova proprietà cinese, Hebei Lingyun Industrial, in carica dal 2012, che non avrebbe fornito fondi aggiuntivi e non avrebbe adempiuto agli obblighi finanziari per centinaia di milioni di euro, come dichiarato dal CEO Jérôme Debreu, mentre il colpo di grazia sarebbe stato portato dalle sanzioni americane. Fatto sta che il settore dell’automotive piange ovunque. Insieme alle tasche degli automobilisti.