AGENZIA DELLE ENTRATE senza pietà, bloccati i cedolini dal 1 del mese | Altro che rottamazione

Rapporto Fisco-contribuenti, l'Agenzia delle Entrate cambia tutto - Piemontetopnews.it (Foto X)
Una notizia inaspettata rischia di stravolgere la vita di milioni di italiani: le buste paga e i cedolini della pensione non saranno più al sicuro.
Un incubo burocratico si materializza con un annuncio che arriva come un fulmine a ciel sereno.
Un gesto che sembrava innocuo potrebbe costare caro, molto caro.
Se pensavate che la rottamazione fosse l’unica via per i vostri debiti, preparatevi a un amaro risveglio.
L’Agenzia delle Entrate si prepara a colpire senza preavviso e non ci sarà scampo.
Il Fisco blocca stipendi e pensioni
Una nuova e temibile misura è destinata a cambiare il modo in cui l’Agenzia delle Entrate recupera i crediti. A partire dal 1° gennaio 2026, scatterà un meccanismo automatico che consentirà all’amministrazione pubblica di bloccare una parte di stipendi e pensioni per riscuotere i debiti fiscali. Questa azione diretta e automatica è stata introdotta per rendere più rapida ed efficace la lotta all’evasione. Finora, una misura simile era applicata solo alle imprese che avevano debiti superiori ai 5.000 euro con l’Erario. Con l’introduzione del nuovo comma 1-bis all’articolo 48 bis, la possibilità di sospendere i pagamenti viene estesa anche ai lavoratori dipendenti e ai pensionati della Pubblica Amministrazione.
La nuova misura non colpisce indistintamente tutti, ma si concentra su una specifica platea di contribuenti. I destinatari sono i dipendenti statali e i pensionati che percepiscono un reddito mensile superiore ai 2.500 euro. La condizione per far scattare il blocco è avere un debito fiscale complessivo superiore ai 5.000 euro, derivante da cartelle esattoriali, multe o altre pendenze con il Fisco. Secondo una stima, circa 250.000 tra dipendenti e pensionati pubblici potrebbero essere interessati da questa normativa, con una previsione di recupero di circa 36 milioni di euro già nel primo anno di applicazione.
Come funziona il blocco automatico
Il meccanismo di riscossione si articola in due fasi principali. La prima è una verifica preventiva. L’ente della Pubblica Amministrazione, prima di procedere con il pagamento, verificherà se il dipendente o pensionato beneficiario ha debiti fiscali (cartelle esattoriali, ecc.) pari o superiori a 5.000 euro. Se l’esito della verifica è positivo, si procede con il secondo step: la sospensione della quota. Una parte della retribuzione o della pensione verrà trattenuta automaticamente e l’importo sarà comunicato direttamente all’agente della riscossione per il saldo del debito. In sostanza, il Fisco agisce come un creditore privilegiato, trattenendo direttamente i soldi alla fonte, un sistema molto più rapido e incisivo rispetto alle vecchie procedure.
Questa nuova normativa è un colpo duro per i contribuenti che, a causa di difficoltà finanziarie o errori di calcolo, si sono trovati a accumulare debiti con il Fisco. A differenza di quanto avviene con la rottamazione delle cartelle esattoriali, che permette una dilazione e una riduzione degli interessi e delle sanzioni, il blocco automatico agisce in modo repentino e non lascia spazio a trattative. Non è una sanatoria, ma un nuovo e intransigente strumento di riscossione, un segnale che il Fisco vuole recuperare i propri crediti in modo più aggressivo e senza mezze misure.