SANITÀ: “Per salvarvi dalla pandemia dovete trasferirvi tutti in Piemonte” | La regione ci salverà dal lockdown

Sanità, per i piemontesi arriva la notizia più bella - Piemontetopnews.it (Foto X)
Ogni 9 marzo il pensiero di tutti va al 2020 e alla sua drammatica serrata: sei anni dopo arriva la svolta più attesa per il Piemonte.
La Festa della Donna è una delle giornate più “discusse” dell’anno. Nessun fraintendimento, ma resta il fatto che ciò che viene celebrato l’8 marzo rappresenta per tanti qualcosa di anacronistico.
Avere un giorno dedicato ad una particolare categoria di persone è come ammetterne una condizione di insicurezza se non di inferiorità attraverso una sorta di “giornata vetrina”. Una contraddizione rispetto ai tempi moderni.
La doverosa parità uomo-donna, che resta tuttavia un’utopia a livello di distribuzione di forza lavoro oltre che di stipendi, richiederebbe infatti che le rappresentanti del gentil sesso vengano considerate come logico che sia alla stregua degli uomini in tutti i campi.
A tutto questo bisogna aggiungere che molti di coloro che abolirebbero tale Festa (tra le quali molte donne) legano fatalmente da qualche anno ai primi giorni di marzo tristi ricordi della storia recentissima.
Lockdown, un incubo che non se ne va: quando le nostre vite cambiarono per sempre
Solo cinque e mezzo fa, infatti, l’8 marzo coincise con la vigilia del celeberrimo lockdown, misura di emergenza senza precedenti adottata dal Governo per contrastare la diffusione del virus Covid-19. Il messaggio tv dell’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte è ben impresso nella memoria di tutti.
Era il 9 marzo 2020 e appena 24 ore prima fu celebrata una Festa della Donna molto particolare, all’insegna di presagi e paure. Ricordi impossibili da scacciare, ma che hanno lasciato il segno facendo capire a tutti le conseguenze che possono essere determinate dalla privazione della nostra libertà. Uno spauracchio che potrebbe tornare da un momento all’altro.
Piemonte e Lombardia tornano libere: l’annuncio del Ministero rifà la storia
Si pensi alla primavera 1986, quando la tragedia di Chernobyl ci espose al rischio della nube radioattiva, con conseguenze potenziali sulla nostra vita quotidiana e sull’alimentazione. Pericoli sempre possibili, ma in tal senso una buona notizia arriva dalla Commissione Ue, che ha deciso di togliere le restrizioni di tipo 3 introdotte per contrastare la peste suina agli allevamenti suinicoli lombardi e piemontesi di Lodi, Pavia e Novara riscontrati nel 2024.
Il provvedimento segue la presentazione da parte del Ministero della Salute nelle scorse settimane di formale istanza alla DG Sante della Commissione UE per la rimozione delle limitazioni, in considerazione della positiva chiusura dei focolai registrati nel 2024. Ora finalmente i Paesi membri hanno espresso voto favorevole unanime, per la soddisfazione di tutti: cittadini comuni, istituzioni e allevatori. “È un ulteriore passo avanti verso l’eradicazione della PSA nel nostro Paese che restituisce prospettive e serenità agli operatori del settore” le parole del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. L’indotto ringrazia e di conseguenza il Paese intero. Il lockdown non è mai stato così lontano.