Non c’è spazio per i giovani, a lavoro ormai solo i Matusa | Il tempo indeterminato solo se hai superato gli -anta
In Italia lavorano solo i giovani? Basta con i luoghi comuni - Piemontetopnews.it (Foto X)
Il mercato del lavoro in Italia è solo per “vecchi” o sono i giovani a tirarsi indietro? Ecco il report che fa riflettere.
In Italia c’è più domanda di lavoro o più voglia effettiva di trovare un impiego? La domanda è molto meno banale di quanto si possa pensare e a certificarlo sono i dati recenti in arrivo direttamente dal mondo dell’occupazione.
A dispetto del luogo comune che nel Belpaese non c’è lavoro, infatti, sempre di più sono le attività che una certa fascia di potenziali occupati rifiuta di svolgere, preferendo aspettare opportunità più gradite o semplicemente più in linea con il proprio percorso di studi.
Perché “se ho una laurea in legge o in lingue e vado a lavorare come cameriere non mi valorizzo”. Discorsi tutt’altro che rari, solo in parte giustificati dal senso di riconoscenza nei confronti della famiglia che ha sostenuto un percorso di studi in linea con i sogni professionali dei propri figli.
Si tratta in verità di una considerazione più tipica per la fascia d’età immediatamente successiva alla “Generazione Z”, ovvero quella dei neo-laureati. Chi si immette nel mercato del lavoro e quindi ha oggi tra i 25 e i 29 anni ha pretese ben specifiche.
Lo dicono anche i numeri: a trainare il mercato del lavoro italiano è l’esercito degli ‘Anta’
Con questi chiari di luna non ci si può proprio lamentare del fatto che oggi i contratti a tempo indeterminato siano una rarità e quando si palesano vengano prospettati solo a chi ha qualche anno di esperienza sulle spalle e ha quasi sempre superato gli “Anta”. A certificarlo sono i numeri forniti dallo Stato.
Il paper della Banca d’Italia sull’occupazione in Italia dopo la pandemia realizzato da Emanuele Ciani, Salvatore Lattanzio, Graziella Mendicino ed Eliana Viviano attesta come la crescita dell’occupazione tra 2019 e 2024 sia stata trainata proprio dai lavoratori più “anziani”, oltre che da fattori temporanei una politica fiscale espansiva e lo sblocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni.
Occupazione e salari in aumento, ma solo per chi vuole: carta canta
Parzialmente sorprendente, in particolare, può essere considerato il fatto che nel quarto trimestre 2024 l’occupazione sia stata del 4,8% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019, in linea con la media dell’area euro (+4,9%). Quanto ai salari, si sono ampliati i divari retributivi tra le imprese, con le aziende già al vertice di queste classifiche che hanno ulteriormente migliorato le proprie politiche retributive.
Scendendo nel dettaglio dei settori quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche ha fatto registrare un vero e proprio boom di occupazione nell’ultimo quinquennio (12,4%). Resta tuttavia il fatto che la dinamica dell’occupazione sia stata influenzata soprattutto dall’aumento dell’occupazione delle fasce di età più anziane e in particolare dagli occupati a tempo indeterminato. Un fattore inevitabile, dal momento che molte aziende, soprattutto nei servizi, hanno rivelato nella scarsità di forza lavoro giovane un limite all’espansione dell’attività economica. L’esercito degli under 30 è quello delle partite IVA e del lavoro indipendente. Il posto fisso richiede troppi sacrifici e pazienza se mamma e papà restano delusi.