Addio alle stufe a pellet: passata l’ordinanza statale per tutti | È stato un sogno durato pochi anni

Stufe a pellet addio, è stata un'illusione - Piemontetopnews.it (Foto X)
L’inverno non è più così lontano, ma prepariamoci a battere i denti: addio al metodo più economico per scaldarsi.
Era il febbraio 2022 e l’incubo chiamato Coronavirus non era ancora stato scacciato. Il lockdown appariva un ricordo lontano ormai due anni, ma lo stato di emergenza in Italia era ancora vivo e le farmacie vendevano centinaia di mascherine al giorno.
Di tutto insomma il mondo sentiva il bisogno tranne che di venire catapultato in un altro dramma, peraltro di una portata ancora superiore. Dalla pandemia allo spauracchio di un conflitto mondiale il passo si rivelò incredibilmente quanto inaspettatamente breve.
Quel 24 febbraio in cui ci svegliammo con la notizia dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia in tanti intuirono di stare vivendo un giorno che sarebbe tristemente entrato nei libri di storia. Un nuovo fronte bellico era in agguato e drammaticamente vicino a noi.
Come sempre in questi casi si spalancarono scenari apocalittici, riferiti proprio al rischio dell’escalation del conflitto a livello planetario. Logico se di mezzo c’è un colosso come la Russia, che ha inevitabilmente trascinato nel burrone anche le altre potenze internazionali.
Guerra e rincari alle stelle: il costo del riscaldamento è fuori controllo
Dopo oltre tre anni e mezzo quel pericolo è ancora qui, latente, ad angosciare la quotidianità di tanti, mentre solo una minoranza già all’epoca fu in grado di capire che ciò che doveva davvero preoccupare era altro, ovvero le conseguenze della guerra più a corto raggio.
Il problema energetico, in particolare, si è trasformato ben presto in una vera e propria emergenza. Complice l’annoso problema della non indipendenza dell’Italia in questo settore il fatto che il prezzo del gas sia salito alle stelle ha avuto conseguenze drammatiche sulle nostre bollette.
Quel miraggio chiamato stufe a pellet: caccia a quelle fuorilegge, guai in vista
Iniziare a fare di conto è diventata presto una necessità, così in tanti sul fronte riscaldamento hanno riscoperto la convenienza delle vecchie stufe. Quelle a pellet, in particolare, hanno riguadagnato popolarità grazie alla loro efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale. La pacchia però sta per finire anche qui, perché il 2025 ha messo alle strette i proprietari delle stufe più vecchie.
Le politiche europee e nazionali mirate a ridurre le emissioni di CO2, ma che impongono anche limiti severi per le emissioni di PM10 e di biossido di azoto hanno avuto un impatto importante sul settore industriale, ma anche sulle abitazioni private. Per non incorrere in pesanti sanzioni, quindi, i possessori di modelli di stufe più vecchie saranno costretti ad effettuare costosi interventi di adeguamento o in alternativa a sostituirli, con il rischio però che l’elevata domanda faccia lievitare i prezzi. In ogni caso conviene muoversi per tempo. L’inverno non è troppo lontano e siccome la richiesta sarà elevata attivarsi subito può aiutare a scongiurare il rischio di non avere la propria nuova stufa a casa quando i rigori del freddo inizieranno a farsi sentire. E quando affidarsi solo al riscaldamento domestico, oltre che fare male all’ambiente, rappresenterebbe un duro colpo anche per le nostre finanze.