Leggi sempre il codice stampato sulle uova: rischi l’intestino avvelenato | Sulla confezione non c’è nulla

Uova (freepik) - piemontetopnews.it
Quando acquisti le uova devi sempre fare attenzione a ciò che è riportato sul codice, perché sulla confezione non è visibile: potresti riscontrare gravi problemi intestinali.
Molti consumatori si fidano ciecamente della confezione delle uova, leggendo etichette con le frasi come “freschezza garantita” o “da galline allevate all’aperto”.
Ma pochi sanno che la vera verità si trova stampata sul guscio di ogni uovo, in un codice spesso ignorato. E in quel codice possono nascondersi insidie per la salute.
In casi estremi, si rischia anche un’intossicazione intestinale grave, e dunque la confezione non basta, bisogna fidarsi solo del guscio.
Secondo le normative europee, ogni uovo deve riportare un codice identificativo direttamente sul guscio che contiene informazioni molto importanti per evitare problemi di salute.
Fidati solo del guscio
Spesso la confezione omette volutamente dettagli importanti, oppure li presenta in modo fuorviante. Una scatola con galline felici sull’erba può contenere uova da allevamento intensivo in gabbia. In particolare c’è un codice che dovrebbe far suonare un campanello d’allarme che aumenta il rischio di contaminazione da batteri come Salmonella enteritidis.
Consumare regolarmente uova di bassa qualità può avere effetti sul sistema digestivo, soprattutto in soggetti sensibili, bambini e anziani. Alcuni studi suggeriscono un collegamento tra uova contaminate e disturbi gastrointestinali acuti, inclusi casi di avvelenamento intestinale.
La sicurezza alimentare inizia con l’informazione
Quando osservi quel curioso intreccio di numeri e lettere sul guscio di un uovo, stai guardando una vera e propria carta d’identità del prodotto. Quel codice alfanumerico, obbligatorio fin dagli anni Duemila, rivela dettagli importanti per essere consapevoli di cosa ingeriamo: la prima cifra, da 0 a 3, indica il metodo di allevamento, con “0” che segnala biologico, “1” allevamento all’aperto, “2” a terra e “3” in gabbia, offrendo immediata trasparenza sul benessere animale. A seguire, due lettere indicano il paese (come “IT” per l’Italia), tre cifre il codice ISTAT del comune, due lettere la provincia e il codice dell’allevamento, garantendo tracciabilità totale e, in caso di necessità, rapido rintracciamento dell’origine.
Sul cartone dell’uovo, oltre a questo codice, trovi la data di scadenza — sempre rispettata per legge, entro 28 giorni dalla deposizione — e spesso la data di deposizione (DEP) per valutare la reale freschezza. La confezione riporta anche la categoria qualitativa: “Extra” identifica uova molto fresche (arca d’aria < 4 mm, vendibili nei primi 9 giorni dalla deposizione), la “Categoria A” quelle comuni, mentre la B è riservata all’industria. Alle dimensioni, classificate in S, M, L e XL, si aggiunge il valore etico: preferire uova codice “0” significa sostenere metodi biologici, migliori dal punto di vista nutrizionale e di benessere animale, mentre scegliere quelle con codice “3” implica rinunciare a tali benefici, ovvero scegliere uova da allevamento in gabbia, può implicare compromessi etici, ambientali e nutrizionali.