5 agosto 2025: PURTROPPO SIAMO FALLITI | Colpo al cuore per l’azienda degli italiani: era la Ferrari dei magneti

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Scade il termine e ancora nessun acquirente per Magneti Marelli, un tempo fiore all’occhiello dell’industria italiana e “Ferrari dei magneti”
Magneti Marelli, l’azienda che per decenni è stata un eccellenza dell’automotive e un simbolo dell’ingegno tricolore, si avvia verso la fine della sua storia.
La storica azienda di componentistica per auto, che dà lavoro a 6.000 persone in Italia e 46.000 nel mondo, si avvia verso una transizione drammatica. Dopo un periodi di amministrazione controllata, la proprietà passerà ai creditori.
La notizia, emersa dopo la scadenza del termine del 26 luglio per la presentazione di offerte d’acquisto, segna la fine di un percorso iniziato nel 2018.
In quell’anno, la società era stata ceduta da Fiat al fondo KKR per 6,2 miliardi di euro, dando vita a uno dei più grandi produttori di componenti automobilistici a livello globale. Tuttavia, tra pandemia e la profonda crisi del settore auto, l’azienda non è riuscita a reggere l’urto.
La crisi e i suoi principali attori
Le difficoltà di Magneti Marelli sono strettamente legate ai problemi dei suoi principali clienti: Stellantis e Nissan. Stellantis, con un continuo calo delle vendite in Europa, e Nissan, impegnata in una complessa ristrutturazione industriale dopo il fallimento della fusione con Honda, hanno ridotto la domanda di componenti, aggravando la situazione di Marelli.
Con un debito accumulato di 4,9 miliardi di euro, la società passerà ora nelle mani di Strategic Value Partners (SVP), un fondo di investimento che rappresenta i principali creditori, tra cui colossi bancari come Mizuho e Deutsche Bank. Per gestire la delicata situazione, i creditori hanno nominato consulente Patrick Koller, ex amministratore di Forvia, uno dei maggiori gruppi europei del settore, assumendo una figura di grande esperienza per un’impresa ardua.
Il futuro incerto dei 6.000 lavoratori in Italia
Con 10 stabilimenti e 6.000 dipendenti in Italia, il destino dei lavoratori di Magneti Marelli è appeso a un filo. Già nel 2024, un segnale allarmante si era avuto con la cessione dello stabilimento di Crevalcore, in provincia di Bologna, alla Tecnomeccanica per la cifra simbolica di 1 euro. Questo episodio ha mostrato la fragilità della situazione e ha sollevato preoccupazioni concrete sul futuro dei siti produttivi italiani.
Ora, il passaggio ai creditori apre una fase di grande incertezza, con il rischio di pesanti ricadute occupazionali su un’azienda che è stata per decenni un simbolo dell’ingegno e della capacità produttiva italiana. Il futuro di Magneti Marelli, e con essa quello dei suoi 6.000 dipendenti italiani, è appeso alle decisioni di fondi di investimento internazionali.