“Sì, avevo il reddito di cittadinanza” | 25mila euro di multa e 5 anni di galera: in arrivo a tutti la lettera di garanzia

Donna prende la multa per reddito di cittadinanza - piemontetopnews.it
Nuova ondata di controlli incrociati sui beneficiari del Reddito di Cittadinanza, e le conseguenze non si stanno facendo attendere: multe per tutti.
Da Nord a Sud, arrivano le “lettere di garanzia”, una comunicazione ufficiale dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza che avvisa dell’avvio della procedura.
Pare che chi ha il Reddito di Cittadinanza ora dovrà restituire tutto fino all’ultimo centesimo, con interessi e sanzioni, altrimenti si rischia grosso.
Le pene previste sono, infatti, fino a 5 anni di reclusione e una multa minima di 25.000 euro: non c’è da scherzare questa vola le conseguenze sono reali.
La lettera è un atto giudiziario che viene inviata in via raccomandata e chi non risponde passa automaticamente alla fase penale.
Boom di multe per il reddito di cittadinanza
Per cercare di evitare la galera, molti stanno ricorrendo a diversi rimendi. Come sappiamo il Reddito di Cittadinanza (RdC) è una misura di sostegno economico introdotta in Italia nel 2019 con l’obiettivo di aiutare le famiglie in difficoltà economica e incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di un contributo mensile che viene erogato a chi ha un reddito familiare al di sotto di una certa soglia, e rispetta alcuni requisiti di ISEE, patrimonio immobiliare e mobiliare.
Il Reddito di Cittadinanza ha suscitato molte discussioni a partire dal fatto che, seppur lodato per aver ridotto la povertà assoluta e fornito un minimo di sicurezza a famiglie in difficoltà, è stato molto criticato per casi di abuso e per aver, secondo alcuni, disincentivato la ricerca attiva di lavoro.
Con il Reddito di Cittadinanza rischi la galera
Le false dichiarazioni finalizzate all’ottenimento del reddito di cittadinanza sono un reato grave in Italia, con sanzioni penali severe. Secondo l’articolo 7 del Decreto-Legge n. 4 del 28 gennaio 2019, convertito con modificazioni dalla Legge n. 26 del 28 marzo 2019, chiunque renda o utilizzi dichiarazioni o documenti falsi, o ometta informazioni dovute al fine di ottenere indebitamente il beneficio, è punito con la reclusione da due a sei anni. Anche se, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 49686 del 13 luglio 2023, ha precisato che il reato si configura solo se la falsa dichiarazione è funzionale a ottenere un beneficio non spettante o spettante in misura superiore a quella dovuta. In altre parole, il dolo specifico è un elemento essenziale per integrare il reato.
Nonostante l’abrogazione del reddito di cittadinanza avvenuta il 1° gennaio 2024, le disposizioni penali relative alle false dichiarazioni continuano ad applicarsi per i fatti commessi fino a quella data. Pertanto, chi ha ottenuto indebitamente il beneficio prima del 2024 può essere ancora perseguito penalmente. Inoltre, le false dichiarazioni possono comportare anche il sequestro preventivo di somme di denaro, beni immobili e mobili nella disponibilità dell’indagato, come previsto dall’articolo 240-bis del Codice Penale. Ad esempio, in un caso trattato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 2402/2021, è stato disposto il sequestro di beni per un importo pari a Euro 4.431,78.