794 casi accertati, la nuova epidemia parte proprio dal Piemonte: le autorità pronte a intervenire | Si rischia la chiusura

donna che fa analisi in laboratorio

Il ritorno del virus (Foto di CDC su Unsplash) - piemontetopnews.it

In Piemonte cresce la preoccupazione per una nuova epidemia: 794 casi accertati. Le autorità sono pronte a intervenire. 

Settecentonovantaquattro. Un numero che di per sé non dice molto, finché non si scopre a cosa si riferisce. Inquieta sapere che cresce, silenzioso, giorno dopo giorno, in un angolo d’Italia che sperava di aver già dato con le emergenze sanitarie.

C’è chi ha già ripreso a igienizzare le mani compulsivamente e chi controlla i notiziari con un brivido familiare. Piemonte: la parola che torna nei titoli, accanto a “epidemia”, “focolai”, “autorità in allerta”. È un déjà vu, che fa paura.

Le prime segnalazioni sono arrivate settimane fa. Poi i casi si sono moltiplicati, in modo disordinato, difficile da prevedere. Le autorità regionali invitano alla prudenza, ma evitano di creare panico. Il piano d’intervento è pronto, assicurano, anche se non tutti sembrano crederci davvero.

Si parla di controlli, zone rosse, possibili restrizioni. Qualcuno, scherzando (ma non troppo), ha già tirato fuori le mascherine dall’armadio. Perché dopo quello che abbiamo vissuto, basta la parola “virus” per far tremare le gambe.

Sanità: la nuova epidemia parte dal Piemonte

La paura è quella di tornare a vivere quel periodo orribile in cui un maledetto virus ci ha tenuti per mesi chiusi in casa, falciando anime senza pietà, lasciando dietro di sé morte e disperazione, ospedali pieni e cuori infranti.

Solo che stavolta, per fortuna, gli ospedali non c’entrano. I pazienti, per così dire, hanno zanne e grugniti. La nuova “epidemia” che scuote il Piemonte colpisce i cinghiali, e con loro il settore suinicolo, che teme le conseguenze di una peste che, per fortuna, non riguarda l’uomo ma potrebbe pesare sull’economia come una mazzata.

virus
Virus (Foto di Fractals99 da Pixabay) – piemontetopnews.it

I dati sono già allarmanti

L’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, riporta rainews.it, ha segnalato due nuovi casi nel cuore dell’Alessandrino: Denice e Ponzone, comuni che ormai conoscono fin troppo bene l’acronimo “PSA”. Con queste ultime segnalazioni, il totale dei casi accertati nella regione tocca, appunto, quota 794. Un numero che fa impressione, anche se riguarda boschi più che corsie d’ospedale.

In Liguria la situazione resta stabile, ma i controlli continuano serrati. Niente nuovi focolai negli allevamenti, un dato che fa tirare un sospiro di sollievo agli agricoltori. Intanto, tra una notizia allarmante e l’altra, i cinghiali continuano a fare la loro vita, ignari di essere protagonisti di un bollettino che suona più da pandemia che da fauna selvatica. Forse, dopo anni di paure collettive, abbiamo perso la misura delle parole. “Epidemia”, “focolai”, “positivi”: termini che, anche se riguardano i cinghiali, ci riportano a giorni che vorremmo dimenticare. Ma almeno questa volta, a differenza del passato, possiamo dire che non serve il tampone per stare tranquilli: basta tenersi alla larga dal bosco.