All’università di Torino, Mila si laurea in Lettere a 21 anni, con una tesi intitolata “Il melodramma di Giuseppe Verdi”. Quella tesi, su interessamento del filosofo napoletano Benedetto Croce, sarà pubblicata nel 1933, con quello stesso titolo, dalla casa editrice Laterza di Bari: è la prima pubblicazione che il giovane musicologo torinese dedica a Verdi, compositore su cui, negli anni successivi, ritornerà innumerevoli volte.
Ancora prima, negli anni dei liceo, Mila si avvicina alla montagna: la sua passione nasce a Coazze, grazie alle spinte della madre e alle prime escursioni sulle cime della Valsangone. Il suo interesse per l’alpinismo lo porterà a frequentare tutti i Gruppi delle Alpi, affrontando salite impegnative che gli apriranno, in seguito, le porte del prestigoso Club Alpino Accademico Italiano. Fra i suoi “maestri d’alpinismo” ci sono anche Renato Chabod. Una passione per la montagna quella di Mila intesa come ricerca costante di nuovi e più impegnativi traguardi che l’avrebbe portato a “collezionare” una lunga serie di “Quattromila”, di qua e al di là delle Alpi, ed anche alcuni “Cinquemila” su vette extraeuropee.
Sempre nell’ambiente studentesco torinese, Mila matura presto in lui l’opposizione
Dopo la guerra, il Conservatorio di Torino lo chiama ad insegnare Storia della musica, l’Università gli offre nel 1962 l’insegnamento per incarico che ricoprirà fino al 1975. Collaboratore della casa editrice Einaudi, è critico musicale de “L’Unità” di Torino (1946-67) e del settimanale “L’Espresso” (1955-67), e dal 1967 passa al quotidiano “La Stampa”. Membro dell’Accademia di Santa Cecilia dal 1956, svolge anche attività letteraria (traducendo, fra l’altro, opere di Goethe, Schiller, Gotthelf, Hesse, Wiechert, e l’autobiografia di Wagner). Dal 1967 è condirettore della Nuova Rivista Musicale Italiana. Il 26 febbraio 1981 è coinvolto in un gravissimo incidente automobilistico, nel quale perde la vita la moglie. Nel 1985 riceve il Premio internazionale “Feltrinelli” dell’Accademia dei Lincei.
Massimo Mila muore a Torino il 26 dicembre del 1988, all’età di 78 anni. Negli anni seguiti alla sua scomparsa, a Mila è stato intitolato un importante premio letterario internazionale, sono stati dedicati volumi di studi e, il 2 dicembre 2008 presso il Conservatorio di Torino si è tenuta una giornata di studi in suo onore, per iniziativa dell’Amministrazione comunale e dell’Unione culturale Franco Antonicelli, con una tavola rotonda in cui Roberto Aruga, Alberto Cavagnon, Giorgio Pestelli, Andrea Casalegno ed Enzo Restagno hanno discusso sui diversi interessi che hanno connotato la figura di Massimo Mila: musica, antifascismo, letteratura, pittura, e la sua passione per la montagna.