I Francesi e gli Spagnoli avevano deciso di attaccare Carlo Emanuele III per conquistare Genova. Un primo attacco venne fatto sulla Costa Azzurra dove però, grazie alla tenace resistenza dei piemontesi, gli Spagnoli furono costretti a fermarsi. Pensarono allora di conquistare Genova passando attraverso le valli piemontesi di Susa e Chisone, le quali però erano state fortificate da Carlo Emanuele III con i formidabili e temibili forti di Exilles e Fenestrelle. L’unica via di passaggio non ancora stata fortificata era il Colle dell’Assietta, posto sul crinale tra le due valli. Per cercare di contenere l’avanzata, Carlo Emanuele III, aveva fatto costriore lungo l’Assietta e il Grand Serin, delle piccole opere difensive dove i soldati piemontesi attesero il nemico.
L’armata franco-spagnola era forte di 32 battaglioni forti di 40.000 uomini,
Si narra, tra storia e leggenda, che il conte abbia disobbedito e, rivolto ai suoi soldati, abbia pronunciato la frase «nojautri i bogioma nen da si», (noi non ci muoviamo da qui). Dopo cinque ore i francesi furono costretti a ritirarsi lasciando sul campo 5.600 caduti. Contro solo 192 caduti della guarnigione piemontese. La battaglia si concluse nella notte con una vittoria epica e schiacciante delle truppe piemontesi sui francesi, nonostante l’enorme inferiorità numerica degli austro piemontesi. La vicenda ed il coraggio dimostrato dai soldati piemontesi si diffuse negli ambienti militari europei tanto da portare, il Re di Prussia ad esclamare a proposito dei soldati piemontesi: “Se Noi disponessimo di un esercito di tale valore, conquisteremmo l’Europa”.
Le truppe piemontesi si dimostrarono in quel frangente di un coraggio, eroismo e patriottismo incredibile tanto da meritarsi così il titolo di “bogianen” inteso nella sua accezione più alta e nobile di risoluti e coraggiosi. Da quel momento in poi i soldati piemontesi furono soprannominati “bogianen”. Lo scrittore Giuseppe Cesare Abba racconta nella sua opera “Da Quarto al Volturno” che i soldati della fanteria piemontese venivano definiti “bogianen” e che durante le battaglie, quando l’avversario stava per attaccare, venivano incitati dai comandanti con l’ordine “Bogé nen, neh” per ricordargli l’eroismo dei loro antenati. Alla battaglia fu anche dedicata una canzone popolare in francese, “La chanson de l’Assiette“, che i piemontesi emigrati in Francia per anni cantarono con orgoglio ricordando agli spocchiosi cugini d’oltralpe la disastrosa sconfitta.
Questo é il significato originale di “bogianen”, un termine che i piemontesi devono portare con orgoglio!