€1,70: da domani le buste della spesa costeranno caro | “Più della spesa stessa”: è ufficiale

Il caso senza fine delle borse della spesa - Piemontetopnews.it (Foto X)
Fare la spesa è ormai una necessità quotidiana: il nostro portafoglio piange e ora scoppia la grana dei sacchetti.
Fare la spesa è una delle abitudini irrinunciabili della nostra quotidianità. Quotidianità, avete letto bene, perché ormai il consiglio più efficace è quello di rifornirsi quasi giorno per giorno, in particolare per le derrate alimentari.
Il mix tra i prezzi alle stelle e la deperibilità sempre più accentuata in particolare di frutta e verdura ci dà ben poca scelta. Andare a fare scorte al massimo ogni due giorni è pressoché inevitabile, anche appunto per salvaguardare il nostro portafoglio.
Che poi volendo ben guardare la cosa qualche effetto negativo sul bilancio famigliare comunque ce l’ha, non fosse altro per la spesa della benzina andando due o più volte la settimana al supermercato in luogo delle scorte che si facevano una volta.
Un altro aspetto da considerare nel budget da stimare per tenere la casa rifornita di quanto serve, non solo di prodotti alimentari, è il costo legato alle care, vecchie borse della spesa, oggi definiti sacchetti biodegradabili.
Borse di tela per la spesa o sacchetti compostabili? Per l’eterno dilemma è tempo di svolta
Solo i più avveduti si recano al supermercato portando da casa le resistenti nonché molto più capienti borse di tela, ideali per una spesa abbondante e soprattutto meno soggette a rotture. La maggior parte degli utenti, invece, si fa dare alla cassa una o più borse “ultraleggere”, accettando ovviamente di pagale.
D’accordo la praticità, ma qualche controindicazione c’è, trattandosi di sacchetti ultrasottili che rispetteranno anche l’ambiente, ma si rompono facilmente, soprattutto se a contatto con gli spigoli dei prodotti.
“Abuso di posizione dominante”: €1,70 milioni
Eppure anche in questo ambito è scoppiato un vero e proprio caso a causa della sentenza dell’Antitrust che ha sanzionato la Novamont e, in solido, la controllante Eni, per, rispettivamente, 30,36 milioni e 1,7 (MILIONI) di euro. L’accusa è di abuso di posizione per la produzione dei sacchetti compostabili per la spesa.
Nel dettaglio l’Antitrust ha accertato che Novamont ha sviluppato un prodotto a norma, denominato Mater-Bi, acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso. Tale sistema avrebbe determinato “una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont”, che ha avuto l’effetto di precludere lo sviluppo di una concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri.