TORINO. Tra i detti popolari più conosciuti, ne spiccano due in particolare. Quell’Avanti Savoia!, interpretato come incoraggiamento, o in senso ironico, si affianca all’Anche la regina Margherita mangiava il pollo con le dita, come a dire che in alcune circostanze non c’è differenza tra ricchezza e povertà. In riferimento a Casa Savoia, una delle più antiche dinastie d’Europa assurta a dignità reale nel XVIII secolo, esisteva, oltre al punto di vista del popolo, anche quello di chi frequentava la corte.
Destinati esclusivamente ai membri della nobiltà, in scena primeggiavano il duca, i principi, le principesse, gli stessi nobili, e gli alti dignitari di corte. L’abbigliamento prevedeva costumi sfarzosi, che si distinguevano a seconda delle occasioni, quali tornei, caroselli, che si svolgevano all’aperto. In questi eventi poesia e danza andavano di pari passo alla politica ducale: nei testi erano infatti presenti allusioni dinastiche e politiche.
Chi si occupava d’ideare questi spettacoli? Di solito l’incarico era assegnato a un cerimoniere, che li organizzava durante le festività del calendario ecclesiastico oltre che in occasione di matrimoni, funerali, nascite, successi militari e politici, visite di sovrani o di ambasciatori stranieri, tutti riguardanti la famiglia reale. Compito molto importante era sorvegliare che si rispettasse una rigida etichetta di corte, dal momento che in essi si rappresentava il potere della dinastia.
Sia nelle occasioni ufficiali sia in quelle private davanti a ogni ospite era posto il menu, rigorosamente in francese come si usava nelle corti europee, e dal 1907 in italiano: nei pranzi di gala la cucina era internazionale e con eccellenze delle varie regioni italiane. Il re in privato preferiva ricette piemontesi, servite da un ispettore degli uffici di bocca in frac, mentre camerieri, staffieri e aiutanti in livrea pensavano alla regina e agli altri ospiti.
I Savoia, molto legati al mondo enogastronomico dei loro vecchi stati, amavano i vini piemontesi e della zona del Chianti, apprezzando, inoltre, i francesi.