Alto Piemonte: oltre 6mila contratti a ottobre, ma persiste la precarietà

In Piemonte prevale la precarietà - Wikicommons - Piemontetopnews.it
L’economia dell’Alto Piemonte presenta alcuni dati positivi e altri meno confortanti. La precarietà purtroppo sta prendendo il sopravvento
Il mercato del lavoro nell’Alto Piemonte mostra segnali contrastanti a inizio autunno. I dati elaborati dalla Camera di Commercio relativi alle province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli indicano che per il mese di ottobre 2025 sono stati programmati 6.080 contratti di lavoro.
Questo volume rappresenta una quota assai significativa pari al 20% delle entrate complessive previste a livello regionale. Nonostante il numero elevato di contratti però il quadro non è interamente positivo.
I dati complessivi rilevano infatti che il numero di ingressi previsti è inferiore di 70 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, suggerendo una lieve contrazione della dinamica occupazionale.
Il dato più significativo e forse preoccupante riguarda la tipologia contrattuale. I dati camerali evidenziano che oltre il 70% dei contratti programmati nell’Alto Piemonte per ottobre sono a tempo determinato.
La precarietà domina: oltre il 70% a termine
Questa prevalenza di contratti a termine che includono anche i contratti stagionali e di somministrazione riflette una tendenza nazionale in cui le imprese privilegiano la flessibilità all’assunzione stabile. Se da un lato il ricorso al tempo determinato permette alle aziende di rispondere rapidamente ai picchi di domanda o alle esigenze di sostituzione, dall’altro alimenta un senso di precarietà tra i lavoratori, specialmente i più giovani.
Le province dell’Alto Piemonte caratterizzate da un tessuto produttivo che spazia dall’industria manifatturiera al turismo e ai servizi, continuano a dipendere fortemente dai contratti flessibili per coprire le proprie esigenze di organico. Nonostante il lieve calo complessivo delle entrate la domanda di lavoro si concentra in specifici settori. Le manifatture e i servizi turistici e commerciali rimangono i principali driver delle assunzioni, specialmente a Novara e nel Verbano-Cusio-Ossola grazie alla vocazione turistica del Lago Maggiore.
I settori trainanti e la ricerca di competenze
Un altro elemento cruciale emerso dalle analisi è il persistente mismatch tra domanda e offerta di lavoro: le imprese continuano a segnalare difficoltà nel reperire figure con competenze tecniche specialistiche (i cosiddetti “colletti blu” specializzati) o con profili digitali avanzati, un problema strutturale che rallenta la crescita della qualità occupazionale nella zona.
Il volume di 6.080 contratti resta una base importante per l’economia locale, ma la sfida per la Regione Piemonte e le istituzioni locali rimane quella di convertire la predominanza di contratti a termine in opportunità di lavoro più stabili e durature.