I disturbi della memoria e le loro forme più degenerative, come sono le demenze, oltre a interessare il soggetto che ne è affetto impattano pesantemente sul nucleo e sulla rete familiare che deve farsene carico come spiega il direttore dell’Asl To4 Lorenzo Ardissone: «Il Punto di Ascolto nasce con l’intento di supportare i familiari o, più in generale, i caregiver sin dai primi momenti della comparsa di anomalie del comportamento del proprio congiunto. Per garantire un percorso per una diagnosi tempestiva riducendo il tempo tra l’insorgenza dei primi sintomi e la diagnosi di demenza, per qualificare l’intero percorso di cura e per migliorare la qualità delle cure e della vita degli anziani affetti da disturbi della memoria e dei loro familiari. Ma anche per favorire il mantenimento al domicilio il più a lungo possibile e per sensibilizzare, espandere e specializzare la rete dei servizi socio-sanitari nella presa in carico e cura di soggetti con disturbi della memoria».
A questo fine, l’attività del Punto di Ascolto si snoda su due livelli: un piano cognitivo-conoscitivo legato a un’opera di informazione mirata sulla patologia, sul suo decorso e sulle modalità di gestione delle difficoltà e di relazione nelle diverse fasi e un piano emotivo-supportivo rispetto ai vissuti che la malattia evoca in relazione alla storia relazionale passata e alle caratteristiche di personalità sia del malato sia del caregiver.