TORINO. Il ritratto a olio di Lorenzo Delleani che la veste di bianco, le dona luce, quella che non derivava da una bellezza estetica. Sofia Cacherano di Bricherasio, però, oltre a essere una contessa, ultima discendente di una grande famiglia, fu una nota pittrice e filantropa piemontese.
Le sue pitture testimoniano la sua vita, quella dei suoi congiunti e amici, in particolare dell’amato fratello Emanuele, tra i principali fondatori della Fiat, e del capitano Federico Caprilli, caposcuola della moderna equitazione. Vissuta tra due secoli, Sofia fece parte della società aristocratica e artistica torinese, trasformando la propria dimora in un vero e proprio cenacolo culturale. Allieva di Delleani, e appassionata di pittura, la contessa si dilettò nella produzione di tavolette di paesaggio riprese dal vero attraverso una tecnica impressionistica.
Donna generosa, fece costruire la Cappella Bricherasio di Fubine, in provincia di Alessandria, e un asilo infantile. Nell’immediato dopoguerra, si trasferì quindi nel castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo, in provincia di Torino, altro luogo d’incontro di pittori della scuola di Delleani, molti dei quali appartenenti a quel fenomeno culturale diffuso nel Piemonte ottocentesco e conosciuto come “dilettantismo aristocratico”.
Quando Sofia morì, lasciò nel testamento tutte le ricchezze e le proprietà della famiglia alla “Piccola Opera della Divina Provvidenza di don Orione”.