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Le eriche, piccoli arbusti sempreverdi che fioriscono a partire da ottobre

Gli alberi dopo aver lavorato tanto a produrre le verdi foglie tanto benefiche per il nostro ossigeno, s’accingono al riposo e lo fanno colorando le loro chiome con i colori autunnali: dolci e forti, dal giallo pastello al rosso selvaggio con mescolanze di macchie inimitabili. Andate a osservare le rive a macchia di mezza montagna, ad esempio nel canavese e guardate anche sotto gli alberi, ci sono stesi gonfi cuscini fioriti: è l’erica o brugo, o calluna vulgaris. Con essa la festa dei colori è al completo, anche la boscaglia o brughiera si tinge di rosso.

Le eriche sono piccoli arbusti sempreverdi che fioriscono appunto da ottobre a novembre presso le strade costeggianti luoghi ancora intatti e stanno benissimo anche nei nostri giardini rocciosi e non. Nei parchi non dovrebbero mancare, hanno bisogno di un parterre abbastanza spazioso per potersi allargare, in mancanza di questo si adattano anche fra le pietre, con i loro rami ricoperti di fitte aghiformi squame che li fanno assomigliare a piccoli pini. Adeso sono ricoperti di fiori, in genere rossi, le comuni, ma ci sono pure varietà bianche e varietà con foglie a tonalità argentea e altre ancora che variano il colore del fogliame con il variare di stagione, con fiori fini e d’un rosa argenteo luminoso: insomma più tavolozza di così non si può.

Possiamo prendere dalle piante in giardino i nostri rami fioriti – tagliamoli con le cesoie, mai strapparle, perché da un taglio di cesoia la pianta rinvigorisce, da uno strappo si secca – e portiamoli in casa serviranno da questo momento in avanti ad accostarle alle nostre infiorescenze, mescolate ai prodotti d’autunno, ecco l’incanto del nostro simbolico cantuccio di brughiera.

Roxi Scursatone

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