TORINO. C’è una squadra a cui è legato l’immaginario di tutti gli amanti del calcio italiano. Una squadra che per mito e grandezza non ha eguali. Più forte dell’Ungheria di Puskas, più leggendaria del grande Real Madrid o dell’Olanda di Crujff, più vincente della Juventus di Platini, entrata nella storia con la forza lacerante che solo le tragedie sanno imprimere.
Il 4 mag
Il Grande Torino, gli invincibili, la più popolare ed efficiente squadra italiana scompare!. Gran parte delle vittime sono irriconoscibili. Per l’identificazione faranno venire, alla camera mortuaria del cimitero, Vittorio Pozzo, giornalista de «La Stampa», che fino all’anno prima era stato commissario tecnico della Nazionale, e la gran parte dei granata erano suoi “ragazzi”, li conosceva bene. La tragedia colpisce e addolora tutta Italia, piangono anche le donne che all’epoca nulla sanno di calcio. Mezzo milione di persone al funerale. Il campionato va avanti, il Torino manda in campo i ragazzi. Un destino crudele che pone fine a molte giovani vite, facendo schiantare l’aereo della squadra granata contro la collina di Superga.
Ma i sogni, a volte, si interrompono bruscamente, così come l’aereo dei granata in quel maledetto 4 maggio. Restano le immagini sbiadite di un altro calcio, frutto di un’epoca ormai dimenticata. Sembra strano oggi, al tempo del calcio business, fermarsi a ripensare a più di cinquant’anni fa….. a giocatori con pantaloncini a mezz’asta, scarpette di cuoio e capelli impomatati, ma la risposta è sempre la stessa: neanche quella maledetta collina è riuscita a privarci dei sogni, che forse a volte spariscono bruscamente, ma spesso sopravvivono e si alimentano nella nostra memoria.
Solo il fato li vinse, onore agli Invincibili!