La migrazione all’estero ha interessato tutte le regioni italiane, e tra il 1876 e il 1900 prevalentemente quelle settentrionali tra cui anche il Piemonte con il 12,5% di gente che lasciava la propria casa e, spesso, la famiglia.
Esiste un luogo che non ha dimenticato questi fatti.
Inizialmente si è studiato il fenomeno dell’emigrazione, passando poi allo studio e all’analisi dei flussi migratori verso il Piemonte. È importante favorire la promozione della conoscenza delle masse migratorie piemontesi, attraverso il ritrovamento e la conservazione di testimonianze, cercando di coinvolgere i cittadini, ma anche organizzando iniziative utili in tal senso.
Gli obiettivi del Museo sono molteplici, come contribuire alla costruzione di una rete nazionale dei vari musei regionali dell’emigrazione; promuovere attività editoriali inerenti alle migrazioni piemontesi, con particolare riferimento all’edizione de “I Quaderni del Museo”; reperire e conservare testimonianze documentarie, fotografiche e d’ambientazione; promuovere convegni, mostre, seminari e didattica museale sulle tematiche citate; incrementare la ricerca scientifica sui temi di interesse del Museo, anche attraverso l’assegnazione di
Tra le numerose iniziative museali, sabato 4 agosto scorso è stata inaugrata la mostra “Ciao Italia! Un siècle d’immigration et de culture italienne en France”, visitabile fino a settembre 2018. Allestita nella primavera del 2017 presso il Musée de l’Histoire de l’Immigration di Parigi, l’esposizione è la prima nel suo genere a riflettere sul contributo dato dall’immigrazione italiana alla costruzione dello Stato francese moderno. I temi trattati riflettono sulla religione, la stampa, l’educazione, l’arte, la musica e il cinema, lo sport e la gastronomia, mostrando gli italiani, operai, minatori, muratori, agricoltori, artigiani, commercianti o imprenditori, che “hanno fatto la Francia”, con un omaggio ai più grandi quali Yves Montand, Serge Reggiani, Lino Ventura, o le famiglie Bugatti e Ponticelli.
Frossasco sarà la prima realtà italiana a ospitare l’esposizione, che in seguito raggiungerà diverse altre tappe, grazie alla collaborazione e al lavoro dell’Institut français d’Italie. La mostra sarà arricchita con oggetti prestati dall’Ecomuseo della Pastorizia, dall’Ecomuseo del Castelmagno e dalla Società di Mutuo Soccorso di Valdieri.