Scelta unica in Italia da parte del Comitato territoriale di Torino dell’Arci. La nuova tessera 2018/2019, disponibile da venerdì 5 ottobre prossimo nei circoli, valida 12 mesi, costerà tre euro, al posto di dieci, per i rifugiati e i titolari di protezione internazionale e umanitaria. La solidarietà verso queste persone a Torino parte da un’offerta concreta: «La cronaca ci mostra continui esempi d’ostilità e di timore verso il diverso», afferma il presidente di Arci Torino, Andrea Polacchi. Di qui, l’idea di aprire le porte dei circoli torinesi attraverso uno scambio culturale e sociale.
L’idea di costituire un’organizzazione unitaria in campo culturale e ricreativo è legata all’attenzione verso il tempo libero, che si sviluppa negli Anni Venti del Novecento. In precedenza, nell’Ottocento, con l’avvento dell’industrializzazione e la formazione dello stato unitario, si creano le Società operaie di mutuo soccorso. L’Aci (Associazione ricreativa e culturale italiana) viene fondata a Firenze nel 1957, trovando le proprie radici nella storia del mutualismo e del solidarismo.
La decisione dell’Arci torinese ha avuto immediate ripercussioni in campo politico. L’attacco è arrivato dal segretario torinese della Lega Fabrizio Ricca che contesta la nuova campagna di tesseramento in cui, dice, «se sei rifugiato paghi la tessera 3 euro, se sei italiano 10 euro». Per Ricca, si è deciso «di improntare la sua nuova campagna abbonamenti all’insegna della discriminazione del “diverso” che, in questo caso, è proprio l’italiano. Trovo molto grave che si continuino a proporre tariffe diverse, sempre svantaggiose per chi ha la nostra cittadinanza, con il solo scopo di farsi una dubbia pubblicità a suon di slogan buonisti. Come Lega troviamo inaccettabile che si cavalchi la discriminazione dei nostri connazionali».