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Versò in ritardo al Comune 15 mila euro di tasse di soggiorno, albergatore torinese condannato per peculato

TORINO. E’ stato condannato a due anni di carcere un albergatore torinese con l’accusa di peculato per non aver versato al Comune di Torino 15 mila euro incassati come tassa di soggiorno. La tesi della Procura di Torino, dove da mesi sono stati avviati numerosi procedimenti penali per queste inadempienze, ha trovato il conforto della Cassazione, che ha confermato la condanna, ritenendo il reato commesso quello previsto dall’articolo 314 del codice penale che punisce la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro o altro bene posseduto in ragione del suo ufficio o servizio. Il  procedimento, avviato nel 2015, si era chiuso nel mese di febbraio in Corte d’appello con la condanna dell’imputato e ora una sentenza analoga potrebbe anche coinvolgere una trentina di albergatori della Valle di Susa, a partire da Bardonecchia, nei confronti dei quali sono state aperte posizioni debitorie complessive di oltre 300 mila euro.

In riferimento all’albergatore torinese pagò le somme relative al secondo e al terzo trimestre del 2015 con un ritardo (alcuni mesi) definito “inescusabile” dai giudici, e “solo a seguito delle diffide della polizia municipale”. A differenza di quanto sostenuto dalla difesa, la Cassazione ha sancito che “nel momento dell’incasso dell’imposta di soggiorno il gestore alberghiero è qualificabile come agente contabile nei confronti del Comune” e, quindi, pur essendo amministratore di un’azienda privata, diventa a tutti gli effetti un “incaricato di pubblico servizio”.

Secondo gli Ermellini, la Corte d’appello di Torino ha correttamente qualificato l’episodio come un “peculato per appropriazione” perché “quel denaro entra nella disponibilità della pubblica amministrazione nel momento stesso della consegna” da parte del cliente e “ad esso non può essere data alcuna diversa destinazione”. La sentenza dei giudici subalpini è stata annullata dalla Suprena corte senza rinvio soltanto per le cosiddette “statuizioni civili”. Il Comune di Torino, infatti, il 19 aprile ha ritirato la costituzione di parte civile dopo avere ottenuto dall’albergatore un risarcimento e la rifusione delle spese legali.

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