La cimice asiatica è infestante per molte colture
CHERASCO. Sarà un insetto autoctono a combattere la cimice asiatica: è quello individuato attraverso il progetto Haly-End, promosso dalla Fondazione Crc in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino e l’Agenzia 4A di Coldiretti. Per la prima volta a Cherasco, nel Cuneese, è stato liberato in un noccioleto un insetto “nostrano”, antagonista naturale della cimice asiatica. Si tratta dell’Anastatus bifasciatus che come spiega il presidente della Fondazione Crc, Giandomenico Genta “rappresenta un primo risultato visibile del progetto di sperimentazione promosso dalla Fondazione Crc”.
Sono infatti incalcolabili i danni che la cimice asiatica ha causato da quando, nel 2013, ha fatto la sua comparsa nelle nostre campagne: nutrendosi di oltre 300 specie vegetali − dalla frutta in guscio all’uva, dall’ortofrutta ai cereali fino alle piante ornamentali − la cimice ha colonizzato molto velocemente l’intero territorio provinciale e regionale, causando perdite per le aziende agricole, variabili di anno in anno e a seconda delle zone, fino all’80% dei raccolti.
“Grazie ai nostri tecnici in campo stiamo combattendo in prima linea l’invasione dell’insetto con metodi sostenibili, per salvaguardare l’ambiente e la qualità delle produzioni locali”, aggiunge Roberto Moncalvo, delegato Confederale di Coldiretti Cuneo. In pratica, verrà sfruttato il fatto che l’Anastatus bifasciatus si sviluppa a carico delle uova di altri insetti di interesse agrario e forestale, fra cui anche quelle della cimice asiatica. La femmina di Anastatus bifasciatus depone il proprio uovo all’interno dell’uovo della cimice. Da questo uovo non emergerà poi un giovane della cimice, bensì un nuovo adulto dell’antagonista.
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