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Troppa informazione alimentare scorretta: la Coldiretti mette in guardia i consumatori

TORINO. All’inaugurazione Villaggio Contadino – la quarta tappa del tour che ha già toccato Milano, Napoli e Bari, allestito nel centro storico di Torino (in piazza Castello e nei Giardini Reali) – la Coldiretti ha sottolineato che sono «tante le bufale e le fake news su alimenti importanti per la dieta degli italiani»: il latte dannoso per gli adulti, le uova killer del fegato, le carni piene di ormoni, i formaggi pericolosi per gli intolleranti al lattosio.

Roberto Moncalvo

Il presidente dell’associazione, Roberto Moncalvo, ha così dichiarato che «la scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché influenza direttamente la salute. Siamo grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni; a essere colpiti nei siti web e sui social sono praticamente tutti i prodotti che finiscono nel carrello, con accuse a sproposito o al contrario con l’attribuzione di proprietà salutistiche e nutrizionali non verificate”. E ha proseguito affermando che “internet però non va criminalizzato, perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui l’informazione alimentare rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite».

Nel corso dell’incontro Coldiretti ha esaminato i dati dell’Ismea, che segnalano come sia tornata a crescere la spesa delle famiglie italiane sui dei consumi che riguardano tutte le tipologie di carne: +4% per pollame e maiale, +5% carne bovina, con percentuali molto più alte rispetto alla spesa alimentare nel suo complesso, +1.4%. Tuttavia, il consumo annuo pro-capite resta tra i più bassi d’Europa: 79 kg contro i 109,8 dei danesi, i 99,5 degli spagnoli e gli 85.8 dei francesi. L’indagine della Coldiretti rivela, comunque, che gli italiani scelgono sempre di più le carni di qualità: il 45% cerca quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% vuole carni locali ed il 20% con marchio dop, igp o con altre certificazioni d’origine.

Redazione

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