Sono nuovamente visitabili le due miniere gestite dall’Ecomuseo di Prali, in Val Germanasca

PRALI. Da sabato scorso sono riprese le visite guidate nelle ex miniere di talco Paola e Gianna di Prali, gestite dall’Ecomuseo delle miniere della Valle Germanasca. L’attività estrattiva è stata per lungo tempo il motore economico delle due valli e ne ha fortemente caratterizzato il paesaggio. Per questo motivo la Città metropolitana di Torino riconosce anche per il 2025 il suo patrocinio il valore culturale e storico delle iniziative dell’Ecomuseo, che dagli anni ‘90 valorizza le tradizioni e le installazioni minerarie delle Valli Chisone e Germanasca.

Alla fine degli anni ’80 la “coltivazione” del talco di Prali sembrava giunta al capolinea e il patrimonio minerario rischiava di andare perduto irrimediabilmente: i macchinari arrugginivano, le strutture rischiavano di crollare, gli archivi si dissolvevano e rischiava di scomparire la memoria della tecnologia, del lavoro e dei sacrifici dei minatori.

Nel 1993 l’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, sull’esempio di progetti avviati con successo in Gran Bretagna, Francia, Germania e Austria, avviò, nell’ambito di un’intensa cooperazione transfrontaliera, un progetto turistico-culturale di conservazione e valorizzazione del patrimonio minerario. Nel 1998 nacque ScopriMiniera, la proposta di tour guidati nelle gallerie della miniera Paola, alla scoperta della vita e del lavoro dei minatori della Val Germanasca. Grazie alle connessioni con la realtà culturale e ambientale locale, ScopriMiniera ha creato e consolidato un movimento turistico e alcuni posti di lavoro. I risultati ottenuti, le nuove capacità e competenze acquisite, le relazioni create hanno stimolato e contribuito alla creazione del progetto di un Ecomuseo del territorio della Val Germanasca, riconosciuto nel 2003 dalla Regione.

A ScopriMiniera si è affiancato da alcuni anni il percorso ScopriAlpi nella miniera Gianna, dove si può vedere il punto esatto in cui rocce originatesi negli oceani della Tetide sovrastano rocce di origine continentale, confermando la teoria che attribuisce la formazione delle Alpi allo scontro tra le placche continentali africana ed europea. A quasi 2 km di profondità dalla superficie, le gallerie della miniera Gianna hanno intercettato e reso visibile il contatto tra le due placche tettoniche e la cicatrice che testimonia lo scontro avvenuto 65 milioni di anni orsono tra i due continenti.

Il percorso conduce i visitatori attraverso gli anfratti, le gallerie e le strutture di una miniera aperta oltre 60 anni fa e utilizzata fino al 1995 per estrarre un talco bianco purissimo e apprezzato in tutto il mondo. Maxi cartografie, videoproiezioni e installazioni multimediali, una “finestra di interpretazione geologica”, luci, suoni e voci narranti, apparecchiature e scenografie accompagnano i visitatori nelle tre ore di esplorazioni e scoperte. Tutti i dettagli sulle visite guidate su prenotazione delle miniere e sulle attività didattiche dell’Ecomuseo sono consultabili nel sito Internet www.ecomuseominiere.it

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