Peyrano, s’apre un nuovo capitolo per l’atelier del cioccolato

Al timone della storica azienda torinese (rimasta chiusa per alcuni mesi) ora c’è un giovane imprenditore con laurea in ingegneria meccanica

TORINO. Avevamo concluso un precedente articolo su questo quotidiano on line, dedicato alla Peyrano, una delle storiche e più prestigiose cioccolaterie torinesi, scrivendo testualmente: “Peyrano è come una fenice. E noi ci auguriamo che il destino, fattosi di nuovo compiacente, voglia presto aprire un nuovo luminoso capitolo del libro della sua storia, colmo di successi per il suo cioccolato eccezionale e per i suoi incomparabili e rimpianti Alpini”.

Non ci sbagliavamo affatto. Dopo alcuni mesi di chiusura, la storica e ultracentenaria fabbrica di cioccolato di Corso Moncalieri 47, a Torino, ha di nuovo riaperto i battenti. Lo ha fatto in sordina, senza proclami né inaugurazioni.  Ce lo spiega l’ing. Alessandro Pradelli, giovane imprenditore trentaquattrenne, che però ha già accumulato alle spalle una solida esperienza manageriale negli Stati Uniti (al Boston Consulting Group) e in Columbia: “Ho pensato che fosse tempo di rientrare in patria, deciso ad aprire un nuovo capitolo della gloriosa storia della Peyrano, marchio dal passato glorioso, ma che recentemente ha vissuto alcuni momenti di difficoltà che ne hanno arrestato la crescita. Non c’è stato bisogno di inaugurazioni, perché quella della Peyrano è una storia che continua”.

Pradelli ha dunque ridato l’abbrivio alla Peyrano, rinnovando il negozio e rimettendo in funzione lo storico atelier, con un esborso di un milione di euro: ora, è come se la pur breve parentesi di interruzione non fosse mai esistita e non ci sia mai stata soluzione di continuità: “Attualmente vi trovano impiego sette addetti, alcuni dei quali sono in Peyrano dal 1966”, continua Alessandro Pradelli.

Dunque i tradizionali metodi di produzione, trasmessi dal fondatore dell’azienda, avvenuta nel lontano 1914, continuano e continueranno con la stessa passione di sempre, ma con quel pizzico di amore ed entusiasmo in più che solo un giovane imprenditore (con laurea in ingegneria, e che crede fortemente nel valore di un marchio che ha fatto la storia del cioccolato torinese), può offrire, e che indubbiamente rappresenta un valore aggiunto vincente, capace di coinvolgere e contagiare tutta la squadra dell’atelier.

Pradelli spiega di “aver fatto tesoro dei valori della Peyrano”, e di aver voluto “diventarne il custode”. E continua: “Torino ha una fortissima credibilità internazionale. Noi giocheremo il campionato del cioccolato di lusso. Peyrano tornerà ad essere il top del cioccolato italiano, il Dom Pérignon, la griffe per eccellenza del cioccolato d’autore di questa nostra città”.

Tanto entusiasmo non può che condurre a risultati positivi. Ne siamo certi.

Sergio Donna

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