«Il testo – racconta invece Reale – offre l’opportunità di riflettere sulla nostra infinita capacità di mentire, soprattutto per sfuggire alle nostre responsabilità. Le acrobazie narrative del protagonista, che cambia di continuo versione su quanto accaduto durante la corsa, ci fanno pensare che non esista una versione oggettiva dell’accaduto ma solo versioni manipolate, da usare secondo la necessità del momento».
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