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L’affascinante storia della Manifattura Aurora e della sua Officina della Scrittura

Se esiste un tratto che permette di caratterizzare l’uomo, questo è certamente costituito dalla sua capacità di produrre segni, capacità che si è sviluppata nel corso dell’evoluzione, sovrapponendosi al perfezionarsi delle tecniche. Si tratta anzitutto dei segni della lingua… È sulla base di (essa) che si edificano le credenze, le religioni e le ideologie così come i vari tipi di sapere, a partire dai più antichi, trasmessi sia oralmente sia con altri mezzi (alfabeto, immagine, scrittura), sicché si può dire che non esiste cultura priva di segni.” Umberto Eco

TORINO. Nel 1919, mentre l’Italia era ancora segnata dalla prima guerra mondiale, Isaia Levi, un ricco mercante tessile, fondò a Torino (in via della Basilica, 9) la prima industria italiana per la produzione delle penne a serbatoio. Purtroppo, nel 1943 il laboratorio originario venne raso al suolo dai bombardamenti alleati e l’azienda fu costretta a cambiare sede per riprendere le attività – che venne costruita nei pressi dell’Abbadia di Stura, a ridosso del chiostro e della chiesa omonima – ove è ubicata ancora oggi. Successivamente, negli anni Sessanta, la proprietà passò alla famiglia Verona, che attualmente la dirige. A partire dal XII secolo, il complesso dell’Abbadia comprendeva la chiesa, le strutture ospedaliere e quelle di accoglienza per i pellegrini della via francigena, oltre alle cascine ed ai mulini. Mentre a fine Settecento il complesso era composto, oltre all’abbazia, da un’azienda agraria, mulini, un filatoio ed era inoltre unito ad altre sette cascine; ma alla metà del secolo successivo si intraprese lo smembramento dei lotti. Dal dopoguerra, la manifattura Aurora occupa l’area dell’antico filatoio, uno dei più grossi opifici per la lavorazione della seta del torinese. La Manifattura è uno spazio di 500 metri quadri all’interno dell’Officina della Scrittura interamente dedicato all’arte moderna e contemporanea. Si passa attraverso mostre sempre originali e varie; qui viene presentato il lavoro di grandi artisti, prediligendo quelli italiani, che nelle loro opere hanno utilizzato il Segno ed il linguaggio grafico come iconografia privilegiata.

Sin dalle origini, la Manifattura Aurora ha dimostrato una notevole attenzione alla comunicazione avvalendosi della collaborazione di artisti e di designer che hanno contraddistinto il panorama nazionale del Novecento, come ad esempio: Steiner, Nizzoli, Zanuso, Giugiaro e Bodino. Le stilografiche Aurora sono entrate a far parte della vita quotidiana degli italiani, molti infatti hanno imparato a scrivere con un’Aurora in mano (spesso la mitica Auretta); ma non solo, essa è entrata anche nella storia del design con i suoi modelli all’avanguardia, come ad esempio i celebri modelli 88 o la Hastil. L’Aurora del terzo millennio, mediante la produzione di oggetti dalla bellezza inconfondibile, vuole continuare ad essere icona del buon gusto, dell’innovazione tecnologica e dello stile che ha segnato la storia del mondo.

Cesare Verona, amministratore delegato Aurora

L’Officina della Scrittura è il primo museo al mondo dedicato al Segno, attraverso un grande progetto che testimonia la nascita e l’evoluzione di un’invenzione straordinaria: la comunicazione non orale. Si tratta di una vera e propria cittadella della conoscenza, è il luogo in cui viene raccontato e valorizzato tutto ciò che è legato alla cultura della scrittura e, in particolare, al segno dell’uomo: dalle pitture rupestri fino alle svariate forme della comunicazione contemporanea. Si tratta di un museo unico nel suo genere, poiché presenta un perfetto mix di tecnologia e tradizione attraverso un percorso organico che con le sue diverse anime racconta, emoziona ed educa il pubblico di ogni età. La sua struttura conta oltre duemila metri quadri suddivisi in aree ben distinte, ma che sono tra loro profondamente interconnesse: dal racconto delle origini del segno alla prima macchina da scrivere Remington; dal viaggio all’interno della scrittura alla sezione dedicata alla storia delle penne stilografiche – dove è possibile apprezzare una selezione delle tredici penne iconiche del XX secolo, come la Waterman’s 22 del 1896; la Hastil Aurora, disegnata da Marco Zanuso ed esposta al MOMA di New York, dove ne hanno fatto uno dei marchi più apprezzati del Made in Italy.

L’uomo, per leggere la complessità e la ricchezza del mondo, ha creato diverse forme di interpretazione e ha usato molti modi diversi di trasmissione: a partire dalle iscrizioni nelle caverne incise con pietre appuntite, sino ai dati informatici creati dai bit. Quando ci si trova di fronte ad un papiro egizio, difficile è riuscire ad interpretarne il significato; ma ciò che affascina sono i segni lasciati dagli inchiostri che rappresentano e riproducono una grande civiltà. Sono molte le lingue del mondo – quasi seimila – che si esprimono e trasmettono senso attraverso diverse scritture, dagli armoniosi segni delle lingue orientali fino all’essenziale scrittura degli Inuit; ma siamo noi a creare i segni e, quindi, i loro molteplici significati, basti pensare, ad esempio, attraverso i tatuaggi sul nostro corpo o usando le mani per plasmare, interpretare, comunicare i pensieri, i sentimenti e le idee dell’uomo. La nostra vita è sommersa di segni e simboli che costruiscono un’identità culturale e sociale e che, quindi, danno contenuto: si pensi al design, allo spartito musicale, ai graffiti, alla tavola degli elementi chimici. Abbiamo creato strumenti e macchine che costruiscono la nostra grande mappa dei segni (dalla piuma al computer) e, di questi, la penna rappresenta lo strumento che più di ogni altro trasmette concettualmente ma anche fisicamente i progetti, le idee, i sogni che costruiscono la nostra vita.

L’Officina della Scrittura è un’esperienza visiva, conoscitiva, sensoriale ed interattiva che permetterà di scoprire il mondo dei segni. Ed esplorandola permetterà di conoscere il mondo della scrittura in tutte le sue sfaccettature, a partire dalle scritture dei popoli di ieri e di oggi agli alfabeti della rete. E ancora, si potranno ammirare alcuni dei principali strumenti per la scrittura – stili, calamai, penne – e dei loro supporti – dal papiro alla carta, fino all’Ipad. Per concludere, ci si potrà immergere nel mondo della penna stilografica, a cominciare dalle tredici penne che hanno lasciato un segno nel mondo, veri gioielli e icone del Novecento, fino alla storia dell’Aurora, che con le sue penne ha segnato l’ultimo centenario della storia d’Italia. Visitare la Manifattura sarà un’esperienza diretta che completerà e renderà indimenticabile la visita in Officina della Scrittura. Sarà un’occasione per osservare da vicino le varie fasi di lavorazione: la progettazione, lo stampaggio, la lavorazione delle parti metalliche, il lavaggio e la lucidatura. Fino a scoprire il pennino, che è il cuore dello strumento, ed infine le ultime fasi: il montaggio ed il collaudo.

L’Officina della Scrittura (strada da Bertolla all’Abbadia di Stura, 200) è visitabile nei seguenti orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì in orario 9-18 (ultimo ingresso alle ore 17); chiuso il mercoledì. Ogni primo ed ultimo weekend del mese apertura in orario 10-19 (con ultimo ingresso alle ore 18). È inoltre possibile effettuare visite guidate in Manifattura Aurora nei giorni: lunedì, martedì, giovedì e venerdì alle ore 11 ed alle ore 16. In estate l’Officina propone laboratori didattici e visite a tema per i ragazzi che frequentano i centri estivi e le associazioni del territorio con dei pacchetti già strutturati; dando, a seconda delle varie esigenze ed aspettative, anche la possibilità di organizzare e modulare la propria esperienza. Per maggiori informazioni contattare il numero 011.0343090 oppure scrivere via mail all’indirizzo info@officinadellascrittura.it. È inoltre possibile consultare il sito web www.officinadellascrittura.it.

Redazione

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