Fu concepita come omaggio all’ex Conceria Durio, motore dell’industrializzazione del quartiere Madonna di Campagna tra Ottocento e Novecento. Ormai è spenta da anni
Non c’è nulla di più triste di una fontana spenta. La tristezza diventa sconforto quando le fontanelle asciutte sono sette, disposte a semicerchio, quasi a comporre un girotondo che non si completerà mai. È il caso della Fontana dei Sette Torèt posizionati a ferro di cavallo nello spiazzo fronteggiante la sede della Circoscrizione 5. Il getto congiunto dei Sette Torèt costituiva, nell’insieme, una fontana scenografica, unica nella città: il fiore all’occhiello del Giardino Lineare della cosiddetta Spina Reale, che si estende lungo Via Stradella.
La fontana è stata spenta da anni, come è successo purtroppo per molte altre fontane e fontanelle di periferia: come, ad esempio, la Fontana Lavatoio di Via Di Nanni, in Borgo San Paolo, poco lontana dalla Chiesa di San Bernardino, o la quasi adiacente Fontanella dell’Annaffiatoio. E non mancano casi di fontane spente anche in pieno centro (come la Fontana dell’Ufficio d’Igiene) o in luoghi ad alta attrazione turistica (come le Fontane del Parco Europa a Cavoretto), o di alta visibilità (come la Fontana asciutta del giardino alle falde del Monte dei Cappuccini, sul Corso Moncalieri).
Certo, mantenere attive le fontane comporta costi di manutenzione non indifferente. Ma le fontane sono intrattenimento, vitalità, invito alla vita e alla gioia. Piuttosto che tenerle spente, morte, asciutte e in abbandono, sarebbe forse meglio che non fossero mai state realizzate.
La Fontana dei Sette Torèt di Via Stradella è l’emblema di un paradosso: quello di realizzare opere uniche e originali, per poi lasciarle inutilizzate nel tempo e spesso abbandonarle al degrado.
Il complesso della Fontana di Via Stradella voleva essere un omaggio all’antica Conceria Durio (ora sede della Circoscrizione 5): una fabbrica che tra l’Ottocento e il Novecento diede un forte impulso all’industrializzazione del quartiere Madonna di Campagna: spenti i getti e i giochi d’acqua dei Sette Torèt, la vasca è stata per molti anni abbandonata all’incuria; in essa hanno proliferato le erbacce diventando spesso ricettacolo di rifiuti abbandonati, che solo per iniziativa di qualche cittadino di buona volontà vengono di volta in volta asportati.
Nel corso del 2021 la vasca della fontana è stata trasformata un’aiuola. Ci si augura che questa fontana venga presto ripristinata e riportata al suo originale splendore. L’acqua che sgorga è metafora di movimento, rinnovamento, vitalità e speranza, e l’uomo si fortifica e si tempra nel vederla ancora e continuamente sgorgare.
Sergio Donna | 7 Gennaio 2022
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