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Juventus, ennesima Coppa vinta ma il rimpianto della Champions rimane

La Juventus alza la Coppa Italia schiantando il Milan e fa man bassa dei titoli tricolori mentre si accinge a vincere il 7 scudetto consecutivo. Il tanto agognato triplete non è arrivato e il resto dell’Italia non juventina potrà cosi continuare a godere dei (mancati) successi fuori dai confini nazionali della formazione di Allegri che non sta simpatico a nessuno, neanche a Vinovo, ma concluderà il suo ciclo avendo vinto quasi tutto. E’ proprio il “quasi” che lascia l’amaro in bocca al popolo bianconero.

Sette scudetti sono tanta roba, una manciata di coppe Italia idem ma il sogno di tutti era quello di poter finalmente alzare la Coppa, quella vera, quella dalle grandi orecchie. Fallimento? Direi proprio di no, diciamo più che altro la fine di un ciclo bellissimo che però lascia sempre quel senso di incompiuto perchè è mancata la ciliegina sulla torta che avrebbe fatto entrare i “cannibali” nella leggenda, un poco come è successo ai tanto odiati (dai bianconeri) amici interisti con il Mou.

Come diceva Boniperti “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” quindi ricorderemo anche questa stagione per il mancato accesso alla semifinali di Champions nel match perso (con torto o ragione oggi poco conta) contro il Real. La Juve conta tantissimo (troppo direi) in Italia ma molto meno in Europa e per contrastare le grandi potenze come Barca e Real dovrà lavorare sodo ancora per diversi anni. Oggi è il tempo quindi degli addii.

I senatori se ne andranno o resteranno a fare da chioccia in panchina. Nonno Buffon (ieri sera migliore in campo) abbandonerà il calcio e la dirigenza bianconera dovrà cercare sul mercato i pezzi migliori per diventare sempre più competitivi. Infine il capitolo Allegri. Il mister sognava di trionfare in Europa per scollarsi di dosso la nomea di essere quello che vinceva solo i titoli preparati dagli altri (Ancelotti al Milan e Conte a Torino). Il suo addio non sarà rimpianto da nessuno, alcune sue scelte e la gestione di alcuni momenti critici (leggi Bonucci) hanno lasciato per sempre il segno. Alla guida dei bianconeri serve un sergente di ferro, ora il via al toto allenatore!

Redazione

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