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Il “bastimento a vapore” di Borgo San Paolo torna a risplendere in tutta la sua bellezza

TORINO. Lo sapevate che c’è un’altra “fetta di polenta” a Torino? In effetti, non è facile scorgerla se si percorre in auto, come a molti accade, quella caotica autostrada urbana di corso Peschiera, nel tratto in cui l’arteria taglia in due piazza Sabotino. Semplicemente perché la sua facciata, arricchita da due bow windows che si ergono in verticale a tutta altezza dal primo piano in su, si confonde con il profilo in stile eclettico delle attigue case coeve. Ma al pedone che si ritrova alla confluenza tra via Pollenzo e via Muriaglio, sul lato ovest della piazza, se alza gli occhi, ecco che si prospetta un’autentica perla architettonica dall’aspetto sorprendente.

Quel punto coincide con il vertice del triangolo rettangolo – un fazzoletto di terra – su cui si erge l’elegante palazzina Plevna, il cui accesso è in piazza Sabotino 3. Il cateto maggiore del triangolo è quello rivolto verso la piazza; l’ipotenusa corrisponde invece con il tratto diagonale di Via Muriaglio, che incrocia il tratto pedonale di via Di Nanni, su cui si affaccia il cateto minore. Qualcuno griderà allo scandalo facendo boccacce, giacché la “fetta di polenta” per antonomasia resta palazzo Scaccabarozzi di Via Giulia di Barolo: diamo a Cesare quel che è di Cesare, perché il grande Antonelli resta inimitabile per genialità costruttiva e sregolatezza. E allora, potremmo chiamare questo gioiello d’architettura “il bastimento a vapore” di Borgo San Paolo. In effetti, la palazzina sembra proprio un nave, un bastimento a vapore, come quelli costruiti negli anni Dieci del Novecento. Del resto, venne edificata proprio in quegli anni. Con tanto di filante prua, di cabina e ponte di comando, che sono rivolti verso il lato ovest della piazza. Le fiancate, invece,  fendono i flutti di piazza Sabotino e di Via Muriaglio, e la poppa, imponente, lascia la sua candida scia sul lato pedonalizzato di Via Di Nanni.

Enrico Plevna è stato un grande costruttore, e a mio avviso questa palazzina di stile eclettico, eretta attorno agli anni Dieci del Novecento, resta il suo capolavoro. Fu lui a disegnare alcuni imponenti palazzi che si affacciano su corso Peschiera e su quella che allora si chiamava piazza Peschiera, o piazza del Mercato (ora piazza Sabotino), sulla via Villafranca (ora via Dante Di Nanni) e sulla via Monginevro. Hanno uno stile sobrio, lineare, uniforme, eppure elegante: furono costruiti tra la fine del primo decennio del Novecento ed i primi anni Dieci dello scorso secolo, con criteri di modernità e confort, molto all’avanguardia per l’epoca. Erano destinati ad un ceto non proprio operaio, ma piuttosto di estrazione medio-borghese. Costituirono uno dei primi nuclei abitativi di Borgo San Paolo.

Uno schizzo della palazzina Plevna realizzato da Simon Uslengh

La palazzina Plevna, ovvero “il bastimento a vapore” di Borgo San Paolo – è bello ricordarne nel nome il suo costruttore –  è stata recentemente restaurata, ed ora risplende di nuovo della sua originaria bellezza, come una nave appena varata in un cantiere, pronta a solcare i mari della fantasia popolare degli abitanti del quartiere, ed approdare verso porti sereni di rinnovato fervore per la nostra città.

Sergio Donna

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