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Da Lanzo a Capo Nord sulle due ruote in un mese e mezzo: Claudio Colacino è a 200 km dalla meta

LANZO TORINESE. E’ partito il 16 giugno in sella alla sua bicicletta e da allora non ha mai smesso di pedalare. Claudio Colacino, 56 anni il prossimo ottobre, è in vista della meta: Capo Nord. Dopo oltre 5.000 chilometri percorsi sulle due ruote, il più ambizioso dei suoi traguardi è ormai prossimo. «Mancano 200 chilometri – ci ha confidato oggi (domenica 29) telefonicamente dalla Norvegia  -. E’ stata dura questa volta, ma mi ero preparato per arrivare a Capo Nord in un mese e mezzo. Lo sognavo da tanti anni e finalmente posso dire di poter aggiungere un altro traguardo».

Nel suo percorso per poter vedere il sole di mezzanotte, il ciclista piemontese è transitato sulle strade di Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia e Norvegia. «Purtroppo – puntualizza Claudio – non sono potuto transitare in Russia, in quanto mancava il visto sul passaporto. E così ho dovuto deviare per qualche centinaio di chilometri prima di raggiungere la Finlandia. E’ filato tutto liscio e sono davvero soddisfatto».

L’impresa in solitaria, come quasi tutte quelle realizzate dal 2006 ad oggi, Claudio Colacino l’ha studiata a tavolino e ha pianificato tutto, proprio perché in pedalate estreme come questa è vietato sbagliare. Prima di partire, sulla sua bicicletta ha sistemato tutto l’occorrente per dormire (tenda, stuoino, sacco a pelo, pentole e fornellino per cucinare) e gli abiti di ricambio, un k-way per quando piove e tira vento e anche un paio di felpe, perché le notti nei paesi nordici talvolta sono freddine.

In precedenza il ciclista di Lanzo aveva completato altre imprese sulle due ruote, ma nessuna impegnativa come questa. Nel 2006 aveva raggiunto la Calabria e dieci anni più tardi era arrivato sino in Sicilia in sella alla sua inseparabile bicicletta. L’anno scorso, invece ha raggiunto Barcellona. Tracciati decisamente più alla portata rispetto a quest’ultimo. Ci scherza su Claudio: «Evidentemente sono come il buon vino che invecchiando migliora». Chissà che  nel 2019 riesca a stupirci con qualcosa di ancor più impegnativo.

Redazione

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