Con la chiusura delle attività di ristorazione, mense dei poveri in crisi: lanciato sos

TORINO. L’emergenza Coronavirus che, in queste settimane, sta mettendo a dura prova la tenuta non solo sanitaria ma anche economica e sociale del nostro Paese, colpisce in modo particolare chi vive diverse condizioni di fragilità. A pagare lo scotto sono anche le mese dei poveri che, proprio in questi giorni, stanno scontando la chiusura delle attività lavorative e dei relativi servizi ristorativi che normalmente donano il cibo in avanzo. Gli addetti delle strutture torinesi hanno dovuto affrontare un incremento vertiginoso del fabbisogno giornaliero di pasti da distribuire, rigorosamente consegnati in sacchetti da asporto per evitare assembramenti all’interno delle strutture.

Da qui sono partiti una serie di appelli urgenti per la donazione diretta o indiretta di generi alimentari. Uno dei casi più eclatanti è quello del Cottolengo: “Pur senza il sostegno dei volontari – dice la coordinatrice del servizio sociale suor Claudia Calci – stiamo continuando a lavorare, per questo contiamo sulla collaborazione della comunità civile ed ecclesiale: è possibile sostenerci effettuando donazioni al progetto Dona un Pasto; la generosità è la ricetta migliore, ora più che mai abbiamo bisogno del vostro aiuto”.

A Claudia Calci fa eco Maurizio Scandurra, esperto del Terzo Settore, che lancia il suo appello ai cittadini piemontesi: “Nel peggior momento dell’Italia dal dopoguerra, occorre attenzione alle frange più estreme della popolazione. Mai come ora, i più poveri fra i poveri necessitano dell’aiuto delle mense solidali dei capoluoghi piemontesi. Gente senza tetto e senza tutto che, con il Coronavirus in giro, non può contare nemmeno sull’elemosina per strada“.

Fra le realtà bisognose di aiuto, vengono segnalate la torinese Mensa dei Poveri di Don Adriano Gennari, Il Pane quotidiano di Biella, la Mensa Sociale di Asti, la mensa dei Frati Cappuccini San Nazzaro della Costa di Novara, Tavola Amica della Caritas di Alessandria, la mensa sociale della Diocesi di Cuneo e dell’Aravecchia di Vercelli.

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