TORINO. Anche la perturbazione in transito ieri sull’Italia ha lasciato a secco il nord-ovest. L’unico effetto è stato il vento che ha raggiunto ieri sera anche i 70 km/h nel Verbano, Novarese, Vercellese, Astigiano e Alessandrino. Vento forte anche in Valle di Susa; allarme sempre alto in tutta la regione per gli incendi dato che la vegetazione è quasi ovunque in situazione di grave siccità.
I venti cesseranno nella giornata di oggi (martedì 26) e le temperature massime, come prevede l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) scenderanno di 4-5 gradi rispetto ai 24-25 raggiunti nello scorso weekend. Anche nei primi giorni di aprile, tuttavia, il termometro salirà oltre i 20 gradi. Qualche pioggia potrebbe arrivare nella seconda settimana di aprile, ma per il momento non si profilano perturbazioni in grado di allentare la siccità.
Analizzando i dati degli ultimi 70 anni, tra dicembre e marzo si misura un deficit di piogge sul Piemonte come quello attuale solo in altre sette annate: nel 1949, nel 1989, nel 1990, nel 1992, l’evento più intenso di sempre nel 2000 e ed infine nel 2005.
Il 2019 rientra senz’altro tra le annate eccezionali e  purtroppo non si può fare a meno di notare che cinque di questi sette  eventi sono accaduti per di più negli ultimi trent’anni. “La tendenza – come fa notare il meteorologo Giuliacci – è quindi una netta intensificazione di questi eventi, ma  per darvi un’idea della gravità. ad oggi misuriamo anomalie negative che  si aggirano intorno al 40 – 50 % (intendiamoci, sono valori medie) ed  anche se la primavera dovesse presentarsi entro i normali ranghi  stagionali, in termini di piovosità, e anche l’estate dovesse essere  normale, non basterebbe per ripristinare una status consono nei prossimi  mesi”. 
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