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Telecomandava a distanza videoslot “taroccate”: scatta il sequestro in Barriera di Milano

TORINO. Le nuove norme, più restrittive di quelle nazionali, erano entrate in vigore il 20 novembre 2017, prevedendo che gli esercizi pubblici con apparecchiature per il gioco dovevano, e devono, rispettare la distanza in base al percorso pedonale più breve (non inferiore ai 300 metri per i piccoli comuni, e ai 500 metri per quelli oltre i 5 mila abitanti) dai cosiddetti “luoghi sensibili”, come ad esempio scuole di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie.

Si tratta della legge di contrasto al gioco d’azzardo, che sembra, però, non aver ancora fermato tutti gli esercenti. Il gestore di un bar nei pressi di corso Vercelli, a Torino, è stato sanzionato per oltre 90 mila euro, e le slot presenti all’interno del locale sequestrate dalla Guardia di finanza. Il motivo? Era sufficiente un click con un telecomando a distanza per disattivare le quattro videoslot illegali, sprovviste delle autorizzazioni necessarie al fine di tutelare gli scommettitori e  scollegate dalla rete dei Monopoli di Stato, in caso di controlli delle forze dell’ordine. Il 35enne di origine cinese le aveva installate in una stanza vicino al bar, escogitando l’ingegnoso sistema elettrico che gli consentiva, attraverso un telecomando a distanza in tasca, di spegnerle immediatamente nel caso di un controllo, per farle apparire inattive, ed eludere le imposte dovute.

L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, parlava, nel 2017, del piano di contrasto alla ludopatia, considerata una malattia da arginare subito, previsto dalla legge regionale, in quanto si contavano già 800 mila malati patologici e un altro milione 700 mila considerati a rischio, non dimenticando, inoltre, l’esistenza di circa 29 mila “macchinette” sparse in un migliaio dei 1200 comuni piemontesi, soprattutto a Torino.

 

 

Redazione

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