Accademia della Pietra e UniTo alleate per il recupero dei muretti a secco delle vallate

TORINO. Le vallate alpine torinesi sono disseminate di villaggi abbandonati e sentieri, attività produttive agro-pastorali e agro-industriali dismesse, che ricordano un passato non troppo lontano quando quei villaggi erano comunità in cui le persone avevano creato un equilibrio tra attività economiche, relazioni sociali, adattamento all’ambiente e sapiente gestione delle sue risorse. In Piemonte sono presenti pregevoli testimonianze in pietra a secco: borgate e terrazzamenti, sentieri, vie e fortificazioni montane costruite nell’ultimo millennio, che costituiscono un prezioso patrimonio culturale e storico da recuperare e valorizzare.

È quindi dedicato al recupero dei muretti a secco il campo sperimentale di formazione e recupero che l’ente CoERENCe dell’Istituto Universitario di Studi Europei dell’Università di Torino e l’Accademia della Pietra di Coazze organizzano da lunedì 3 a sabato 8 luglio alla palazzina Sertorio di Coazze, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino.

Il cambiamento climatico in atto impone un adattamento ai nuovi parametri tecnici del territorio, che devono quindi essere oggetto di studio e sono il dato scientifico di partenza per una nuova pianificazione ecologica. Le strutture in pietra a secco sono indispensabili alla tenuta dei pendii montani, per lo sviluppo di nuove attività sostenibili e in equilibrio con la natura. Sono inoltre le soluzioni abitative a minor impatto ambientale e con un forte contenuto tecnologico tradizionale, da recuperare in sinergia con materiali e tecnologie di nuova generazione.

In Val Sangone l’Accademia della Pietra si occupa del recupero, della custodia e della trasmissione delle tradizioni, delle tecnologie e dei segreti che hanno permesso alle persone di vivere in sintonia con la natura, tra i quali i manufatti in pietra a secco. Al campo scuola organizzato insieme all’Università di Torino si affiancheranno eventi di comunicazione e sensibilizzazione. Anche perché l’Università di Torino ha recentemente approvato un nuovo corso di laurea interdipartimentale sulla montagna, con lo scopo di formare una nuova generazione di tecnici con competenze specifiche e ad ampio spettro: climatologia, conformazione del territorio, sistemi biologici animali e vegetali, attività produttive zootecniche, casearie, agrarie e di gestione dei pascoli e delle foreste.

Il campo di formazione sperimentale teorico e laboratoriale sui muretti a secco avrà cadenza annuale e sarà itinerante. Offrirà una panoramica degli studi universitari dedicati alla pianificazione forestale e agraria per la montagna, alle tecniche di gestione e conservazione dell’acqua e degli invasi tradizionali, alle tecniche in pietra a secco per il recupero di terreni terrazzati, al ripristino di sentieri e del paesaggio, alla prevenzione e alla gestione del dissesto idrogeologico, al recupero del patrimonio edilizio tradizionale, alle tecnologie “zero carbon footprint” per il risparmio energetico, la coibentazione e il recupero dell’energia.

Sono previsti laboratori con artigiani e imprenditori delle eccellenze agronomiche, delle filiere agricole tradizionali e dei prodotti caseari del territorio alpino. Gli utenti del progetto di formazione sono gli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie superiori, gli studenti universitari, i laureati interessati alla pianificazione di percorsi professionali finalizzati alla montagna. In mattinata le lezioni teoriche e laboratoriali saranno tenute da docenti universitari, artigiani ed imprenditori, mentre nel pomeriggio le attività saranno dedicate alla gestione del territorio, alle tecniche di costruzione in pietra, al contenimento del terreno, al recupero e gestione delle acque. Le attività pomeridiane saranno dedicate anche al recupero del forte San Moritio, struttura militare a pianta stellata del XVII secolo, posta a presidio dell’allora confine franco-piemontese al colle della Roussa.

Redazione

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