A dieci anni di distanza riapre a Torino il Museo regionale di Scienze naturali

A due lustri dalla chiusura si riaprono le porte alla cittadinanza ma soprattutto a tutti gli appassionati di luoghi meravigliosi perché custodi della biodiversità nel tempo

TORINO. Il l Museo di Scienze naturali di Torino, che gode di una fama di livello nazionale per il valore delle collezioni che risalgono alla prima metà dell’Ottocento, riapre dopo dieci anni. Venerdì 12 gennaio e per l’occasione l’elefante Fritz, icona del Museo, partirà da Stupinigi per un viaggio che dalla prossima settimana lo porterà nel capoluogo. Qui, nella centrale piazza Castello, ai piedi dell’elefante sarà posto un QR code che consentirà di scoprire le novità del Museo, il calendario della riapertura e il programma della maratona di talkshow “Porte aperte alla scienza”‘” in programma dal 12 gennaio al 2 febbraio, organizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Circolo dei lettori.

La struttura era stata chiuso dopa l’incendio che l’aveva colpita nell’agosto 2013. Per il ripristino, tra adeguamento degli impianti di sicurezza e nuovi arredi, la Regione ha investito oltre 8,3 milioni di euro, buona parte a partire dal 2020.

Alle 18 di venerdì 12 gennaio, nel giorno di inaugurazione, la biologa marina Mariasole Bianco terrà un talk dal titolo “Pianeta oceano: la nostra esistenza dipende dal mare e il futuro del mare dipende da noi”. Sabato 13 gennaio alle 11, il museo festeggerà il primo weekend di riapertura con uno show di Giovanni Muciaccia. Nei tre venerdì successivi, 19 e 26 gennaio e 2 febbraio, “Porte aperte alla scienza” proseguirà con una serie di interventi su scienza e arte curati da Luca Beatrice.

Nelle prossime messimane il pubblico potrà visitare tre grandi sale al piano terra, corrispondenti a metà piano e dedicate alla Zoologia, con le collezioni degli antichi Musei di Zoologia e di Anatomia Comparata dell’Università di Torino e le raccolte acquisite ex-novo dal Museo stesso, con le teche con la collezione degli scheletri degli animali: qui troveranno casa i resti imbalsamati dell’elefante indiano Fritz, animale di corte di Casa Savoia. Poi c’è l’Arca, uno spazio che racconta la storia delle esplorazioni dal Settecento a oggi. Infine, la parte dedicata alla Paleontologia, con i modelli di grandi dinosauri i cui originali sono stati ritrovati in Argentina, e alla botanica, entomologia e mineralogia. Il museo sarà riaperto gradualmente per lotti, con altri lavori per un totale di 4 milioni di euro.

Redazione

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