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Una serata per sostenere la nave Mediterranea con collegamento in diretta

TORINO. Una serata per sostenere Mediterranea. Arci Torino organizza per martedì 13 novembre una cena di raccolta fondi  (alle 20) per sostenere la navigazione della nave di 37 metri attrezzata per soccorrere, se necessario, chiunque rischi di morire in mare. Mediterranea, con a bordo 11 persone, è partita infatti per raggiungere le acque internazionali che separano le coste italiane da quelle libiche e svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione che quotidianamente vede donne, uomini e bambini rischiare la propria vita, attraversando il Mediterraneo centrale, nell’assenza di soccorsi. Appuntamento al Caffè Basaglia, in via Mantova 34 a Torino.

Alle 21 è previsto un collegamento in diretta con la nave nel Mare Jonio per la  presentazione del progetto. Sara Prestianni di Arci, Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans e Elisabetta Piccolotti di Sinistra Italiana raccontano quest’«azione non governativa, di disobbedienza morale e obbedienza civile», promossa da organizzazioni di natura differente, a partire dal nucleo promotore del quale fanno parte singole persone e associazioni come Arci e Ya Basta Bologna, ong come Sea-Watch, il magazine online “I Diavoli”, imprese sociali come Moltivolti di Palermo.

Alle 22 la proiezione di “Iuventa” di Michele Cinque.  Il documentario è nato seguendo per un anno Jugend Rettet, ong fondata a Berlino nel 2016 da un gruppo di ragazzi con un unico obiettivo: inoltrarsi in mare aperto a bordo della nave Iuventa per salvare chi fugge dall’Africa verso l’Europa. Dalla nascita di Jugend Rettet («gioventù che salva») al crowdfunding attivato nel 2016 per comprare il vecchio peschereccio poi rinominato “Iuventa” (gioventù), dai 15 giorni della prima missione in mare aperto, nei quali vengono salvati più di 2mila naufraghi, al rientro dei giovani a Berlino, dal viaggio in Sicilia per ritrovare i ragazzi salvati sei mesi prima fino al sequestro dell’agosto dell’anno scorso, il film è un viaggio intenso e toccante scandito dalla narrazione del regista.

Il documentario attraversa la vita sulla barca, le speranze e i timori dei ragazzi della ong, il ritrovamento dei barconi, l’imbarco dei naufraghi, l’incontro con la morte. Ma il film non si ferma alla vita in mare, segue i ragazzi della Jugend Rettet prima a Berlino poi in Croazia, in Sicilia e a Malta, per investigare e raccontare il gesto utopico di questi ragazzi europei, le profonde istanze che lo hanno motivato e il drammatico scontro con la realtà.

Redazione

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