Personaggi

Nati il 23 febbraio: la religiosa vercellese Enrichetta Alfieri, è venerata come Beata

Maria Angela Domenica Alfieri nasce a Borgo Vercelli il 23 febbraio 1891. A 22 anni chiede di far parte della famiglia religiosa delle Suore della Carità. Accolta a Vercelli il 20 dicembre 1911, non immagina di dover abbracciare una missione che un giorno ella stessa definirà “difficile e dura”. Vi si dedicherà dal momento in cui le circostanze della sua vita ve la condurranno. Il 10 settembre 1917 dopo la preparazione pedagogica e la professione dei voti temporanei, le viene affidata una scuola di Vercelli come campo da irrorare con le sue energie, ma una terribile malattia ne interrompe ogni attività: il morbo di Pott progressivamente la porta in fin di vita. Dopo quattro anni circa di immobilità, guarisce e viene destinata dai superiori al carcere di San Vittore, a Milano, accanto ad una sua zia, superiora della comunità al servizio dei detenuti.

La Venerabile Serva di Dio non lascerà mai più il carcere fino alla morte. Si inserisce con naturalezza in un ambiente nel quale regnano tristezza, rabbia, risentimenti. Le sue relazioni interpersonali sono improntate al dialogo, all’apertura, al desiderio di aiutare a cambiare direzione di vita, a cercare il reinserimento nella società. Nominata Superiora della comunità, continua a dare una testimonianza di vita coerente con il Vangelo della carità, con la santa Regola, con la ricerca del bene della persona che, se pur ha sbagliato, non va giudicata, né disprezzata, ma accompagnata sulla via della riabilitazione.

Il periodo più duro trascorso a San Vittore coincide con l’avvento del Nazifascismo in Italia e a Milano, in particolare negli anni 1943-45 quando si scontra con il comando tedesco: il comportamento crudele e disumano dei nazifascisti nei confronti di ebrei e detenuti politici, arrestati, torturati, fucilati o avviati ai campi di sterminio, la fa soffrire e le strazia il cuore.  I rischi che corre in prima persona sono tanti. In effetti, l’intercettazione di un suo messaggio con il quale avverte una famiglia di una cattura imminente, le provoca l’immediato arresto e la reclusione in cella di rigore nei sotterranei di San Vittore, in attesa degli interrogatori, della fucilazione o della deportazione in Germania. L’interessamento dell’arcivescovo di Milano le salva la vita: dalla condanna a morte al confino, a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo. Il 24 dicembre 1944 le viene concesso il trasferimento alla casa provinciale delle Suore della Carità di Brescia. Rientra a San Vittore il 7 maggio 1945 per riprendere il suo servizio con il consueto sorriso delle labbra e del cuore.

Si spegne a Milano il 23 novembre 1951. Il processo di beatificazione viene avviato sotto papa Giovanni Paolo II dopo essere stata nominata serva di Dio il 22 novembre 1994, quando la Congregazione delle Cause dei Santi emette il nihil obstat ufficiale alla causa che si sta aprendo e che conduce dove molte indagini alla beatificazione datata 26 giugno 2011 con una cerimonia fuori del Duomo di Milano alla presenza del cardinale Angelo Amato delegato dal pontefice Benedetto XVI.

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