In Italia il kendo, la via della spada giapponese, è promosso ufficialmente dalla Confederazione Italiana Kendo (CIK) , l’unica federazione riconosciuta a livello internazionale. La disciplina si pratica indossando un’armatura e combattendo con la shinai, una spada costituita da quattro listelli di bambù uniti dal manico di pelle che ha sostituito la classica sciabola (katana). In un combattimento agonistico come quelli che si svolgeranno ad Alessandria, è lecito colpire a men (la testa), kote (avambraccio), dō (il busto) o tsuki (la gola). La vittoria è data al primo tra i due opponenti che realizza due colpi convalidati dai tre arbitri che presiedono ad ogni incontro. Per realizzare un colpo valido non è sufficiente colpire o toccare una delle parti consentite dell’armatura dell’avversario: secondo la filosofia del kikentai ichi , è necessario raggiungere la simultaneità di volontà, colpo di spada e spostamento del corpo – spirito, spada e corpo devono essere nel colpo un tutt’uno armonico.
Come spiega la All Japan Kendo Federation , «l’obiettivo primario dell’istruzione del Kendo è quello di favorire l’unificazione della mente, corpo e shinai attraverso l’allenamento di questa disciplina, di incoraggiare i praticanti alla scoperta e definizione della propria Via nella vita attraverso la formazione nelle tecniche di kendo».
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