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Trekking per tutti: alla scoperta di un anello nel Parco naturale della Val Troncea

Si tratta di un itinerario ad anello poco faticoso, che si può effettuare dalla fine della primavera fino all’autunno inoltrato, percorrendo prima la stradina di fondovalle e poi un tratto del Sentiero del Plaisentif.

di Furio Chiaretta *
tratto da Piemonte Parchi (24 settembre 2024)

Il Parco naturale della Val Troncea si estende su 3.280 ettari per proteggere il tratto iniziale della Val Chisone, dal fondovalle poco oltre Pragelato fino alla cresta che la separa dalla Valle Argentera a ovest e dalla Val Germanasca a est e che culmina con i 3280 m della Punta Rognosa di Sestriere.

La valle offre un ambiente alpino magnifico e ben conservato, in contrasto con i condomini e gli impianti di risalita della vicina Sestriere. La valle ospita camosci e stambecchi, ma anche mandrie all’alpeggio, a inizio estate offre magnifiche fioriture e in autunno lo spettacolo dei lariceti dorati  la flambée des melezes divenuta una attrazione autunnale nelle valli del vicino Parc naturel du Queyras.

La valle infatti è bellissima in ogni stagione: d’inverno ospita una frequentata pista di fondo e tracciati per le ciaspole, in primavera offre gite scialpinistiche, da inizio estate fino al tardo autunno è ideale per le escursioni, grazie anche alla presenza di due rifugi, il Mulino di Laval e il rifugio Troncea  nella borgata omonima, mentre a Seytes è in corso il restauro di una grande baita da adibire a rifugio.

sentieri sono ben segnalati, anche con picchetti in legno con segnavia bianco-rosso installati nei pascoli, per individuare il sentiero quando l’erba è alta, mentre i vecchi – ma robusti – cartelli in legno nei bivi testimoniano che il Parco è stato fra i primi a segnalare i sentieri secondo la normativa del CAI e della Regione Piemonte.

Il Rifugio Troncea

Il nostro facile itinerario effettua un anello utilizzando prima la piacevole strada di fondovalle – chiusa al traffico motorizzato – che costeggia il torrente fra gole e ampi pianori; poi percorre un tratto del Sentiero del Plaisentif, che si snoda a balcone dominando dall’alto la valle, tocca il rifugio Troncea e prosegue con brevi saliscendi fino all’alpe Seytes, da cui si scende a fondovalle.

Il parcheggio più comodo per la gita si raggiunge con 2 km di strada sterrata, che viene chiusa quando il parcheggio è saturo, perciò descriviamo anche il tracciato più piacevole per raggiungerlo dai parcheggi precedenti. La gita si può effettuare anche utilizzando i pullman di linea da Torino, con una mezz’ora di cammino in più dalla fermata del bus.

Arrivare in auto

Da Torino si percorre la A55 che da Riva di Pinerolo diventa una superstrada (limite 90 km/ora, autovelox) con cui si contorna Pinerolo e si prosegue sulla Sr 23 che risale la Val Chisone e attraversa Pragelato; alla rotonda subito dopo la frazione Traverses si va a sinistra in discesa verso la Val Troncea, si supera la frazione Plan e il parcheggio (gratuito) del Centro fondo, si toccano le case Pattemouche (parcheggio 4 a pagamento) e con un breve tratto di buon sterrato si arriva ai parcheggi 3 e 2 presso il ponte das Itreit. Chi teme le strade sterrate deve fermarsi qui, ma se c’è posto nel parcheggio successivo si può attraversare il ponte e continuare per quasi 2 km sulla strada sterrata, toccando il punto informazioni del Baracot, fino all’ultimo parcheggio (P1, 50 posti). Questi 4 parcheggi sono a pagamento (5 € al giorno) da metà luglio a fine agosto e nei fine settimana di giugno, inizio luglio e inizio settembre. A fine luglio e ad agosto di solito c’è un servizio navetta (8 €) che dal parcheggio 4 porta al rifugio Troncea e alla bergeria del Mey: per risparmiare 4 km di cammino si può prendere questa navetta, chiedendo all’autista di scendere alla fontana Lendeniera.

In autunno di solito si sosta senza problemi al parcheggio 1.

Per informazioni aggiornate su parcheggi e navetta consultare il sito www.pragelatoturismo.it > news.

Arrivare in pullman

Da Torino vi è l’autolinea 275 di Arriva per Sestriere-Oulx, che prevede anche alcune corse festive (2.25 ore di viaggio). Atttraversati i diversi nuclei di Pragelato, si scende alla 2^ fermata di Traverses, subito dopo una rotonda. A piedi si torna alla rotonda e si segue la strada asfaltata a destra che scende alle vicine case di Plan e giunge al vasto piazzale con il Centro fondo e il ristorante Al mulino. Pochi metri dopo il ristorante si trova a sinistra un viottolo (vietato alle auto) che confluisce subito sullo stradello su cui d’inverno si snoda la pista da fondo. Lo si segue verso destra, costeggiando in piano il torrente Chisone e un piccolo bacino artificiale, e in lieve salita si giunge al parcheggio P2 e al ponte das Itreit (1614 m, 30 min) dove inizia il percorso a piedi descritto qui sotto.

Il percorso a piedi

Quando l’ultimo parcheggio della valle (P1) è pieno, la strada viene chiusa e si devono utilizzare i parcheggi P2 e P3 poco prima del ponte das Itreit (1614 m).

In questo caso si continua a piedi, senza attraversare il ponte, seguendo lo stradello che resta in sinistra orografica e in lieve salita costeggia a lungo lo spumeggiante torrente, quindi con un breve tratto un po’ più ripido giunge al rifugio Mulino di Laval (1661 m). Si lascia a sinistra il ponticello pedonale e si continua sullo stradello, ombreggiato e in moderata salita, che domina dall’alto il torrente, giungendo dopo 600 metri a un bivio (30 min. dal ponte das Itreit).

Svoltando a sinistra, sullo stradello che attraversa il torrente, si arriva subito al parcheggio P1.

Il torrente Chisone dalla strada di fondovalle

Ma si può anche proseguire diritto, sul viottolo che in lieve salita continua a costeggiare il torrente in sinistra orografica, fa una rampa piuttosto ripida, poi una breve discesa, e quasi in piano passa accanto ai ruderi della fonderia La Tuccia (dove si lavoravano i minerali di pirite cuprifera estratti nelle miniere del Beth). Poco dopo lo stradello svolta a sinistra, attraversa il torrente Chisone e confluisce sulla strada principale che percorre la valle (1739 m, 20 min.).

Qui si arriva – con una camminata più breve – se si percorre in auto la strada sterrata di fondovalle fino al parcheggio 1 (1.692 m). In tal caso dal parcheggio si lascia a sinistra il sentiero 330 e si segue la strada sterrata (chiusa al traffico motorizzato) che percorre il largo fondovalle costeggiando il torrente Chisone in destra orografica, prima in piano e poi in lieve salita, ombreggiata dai larici e scandita da tavoli in legno per il pic-nic e da pannelli illustrativi sulla natura del parco. Dopo una breve strettoia la valle si allarga di nuovo, sul versante opposto si notano i ruderi della fonderia La Tuccia e si giunge a un bivio (1739 m, 20 min): qui confluisce il percorso in sinistra orografica descritto sopra.

Si continua sulla strada in salita, sempre in vista del torrente Chisone , si attraversa la radura detta la Crou roui (la Croce rossa) e subito dopo si trova un altro bivio (1768 m, 5 min).

Si lascia a sinistra il ramo sterrato che sale al rifugio Troncea, e si prosegue diritto, con una breve discesa con cui si entra in una gola. Poi la strada sale lungo il torrente, passa a fianco di una briglia e continua in piano nel fondovalle che si allarga per un breve tratto. Presto si percorre in salita un’altra gola, passando a fianco di due briglie e di un canalone, oltre il quale si esce in un lungo ripiano. Con un piacevole percorso panoramico e pianeggiante la strada costeggia il Chisone nel rado lariceto e giunge ai cartelli di Lou Fournée (1835 m, 25 min). Lasciando a sinistra il sentiero per la “lapide dei minatori” (utile se si vuole abbreviare il percorso), si continua sulla strada che si addentra in un’altra strettoia della valle e con una breve, ripida salita costeggia alcune briglie; poi la pendenza si attenua e si percorre uno stretto solco in cui la strada contende lo spazio al torrente, sfiorando tre briglie. Si esce così in un altro pianoro, arrivando subito alla cascatella  presso la suggestiva fontana Lendeniera (Fountône da Turô, 1907 m, 15 min; fin qui è possibile arrivare con la navetta estiva).

Subito dopo la fontana si trova un pannello illustrativo (geologia della valle) e il cartello che indica a sinistra il sentiero 14. Si segue questo tracciato che sale in diagonale, passando a monte della strada percorsa poco prima, attraversa un rio e giunge su un dosso erboso da cui si domina la bassa valle. Il sentiero, indicato da picchetti in legno con segnavia bianco-rosso, si abbassa un poco e con lievi saliscendi nel pascolo  confluisce sul Sentiero del Plaisentif (località Lou Saloeddi, 1940 m, 10 min).

Si prosegue diritto, sul sentiero 324 che va in lieve discesa nel pascolo con larici, si contornano alcuni valloncelli e con una breve discesa più ripida si giunge alla passerella sul rio delle Michele (1860 m, 15 min).

Subito dopo si trova a destra la traccia per la vicina “lapide dei minatori” : il sentiero sale lungo il torrente per un breve tratto, poi piega a sinistra verso una paretina di roccia tra i larici, su cui sono state poste due lapidi che ricordano gli 81 minatori travolti da una valanga il 19 aprile 1904, mentre tentavano di scendere a valle dopo un periodo di intense nevicate (10 min a/r).

La lapide che ricorda la valanga del 1904

Dopo la digressione si prosegue sul sentiero 324 che sale in diagonale nel pascolo , contorna un valloncello e dopo una breve rampa giunge al rifugio Troncea (1915 m, 10 min),allestito in una grande, antica casa della frazione Troncea .

Dopo una sosta sul terrazzo del rifugio per ammirare la testata della Val Troncea, si fanno pochi passi in salita verso le altre baite di Troncea, giungendo subito al cartello che indica a sinistra la prosecuzione del sentiero 324 per Seytes.

Il largo sentiero costeggia a monte una casa bianca, sale in mezza costa e arriva subito a un altro bivio posto su un dosso erboso (1950 m, 5 min, cartelli). Lasciata a destra la mulattiera 320, si prosegue sul sentiero 324 che segue il panoramico costone erboso per un breve tratto, poi piega a destra e scende in diagonale in un valloncello di larici fino a un rio di solito asciutto. Si risale un poco uscendo dal valloncello – che presenta evidenti segni di erosione – e si prosegue nel pascolo in piano, con alle spalle la vista sulla testata della valle , poi si scende in diagonale nel lariceto. Di nuovo in terreno aperto il sentiero va in piano e lieve discesa, poi si fanno pochi passi di salita ripida toccando una presa d’acqua. Con una discesa si giunge a un bivio: si segue il ramo di destra in salita e poi in piano nel fitto lariceto; si attraversa un valloncello asciutto e si percorre un pendio erboso dove il sentiero si sdoppia in rami paralleli. Si passano due ruscelli e una bacheca, poi il sentiero va ancora in piano nel pascolo, facendo una breve risalita. Infine si entra nell’ultimo, stretto valloncello, dove si attraversa il rio su una passerella in legno e si esce nei pascoli di Seytes, dove il sentiero va in piano raggiungendo subito i cartelli del bivio situato poco a valle delle baite di Seytes  (1925 m, 45 min).

Le case di Troncea con il rifugio

Si segue a sinistra il ramo per Laval (segnavia 330), che scende nel pascolo per la massima pendenza e poi con brevi svolte, poggia a destra e rientra nel lariceto, dove scende con brevi zig-zag, tocca una sorgente, si abbassa con ampi tornanti e poi in diagonale, attraversa un rio e giunge infine alla strada di fondovalle, presso il parcheggio P1 dove è iniziato l’anello (1692 m, 30 min).

Chi ha lasciato l’auto ai parcheggi P2 o P3 deve seguire la strada sterrata che attraversa il Chisone e ripercorrere lo stradello che costeggia il torrente in sinistra orografica fino al ponte das Itreit (20 min).

Informazioni utili

Dislivello: 500 m (600 m se si parte dal P2 al Ponte das Itreit).
Tempo di salita: 1.50 ore fino al rifugio Troncea (2.20 ore se si parte dal P2).
Tempo complessivo: 3.10 ore (4 ore se si parte dal P2).
Difficoltà: E; non uscire dai sentieri segnalati.
Periodo consigliato: da giugno a ottobre.
Carta: Fraternali 1:25.000, n. 2, Alta Valle Susa, Alta Val Chisone.
Informazioni: Parco naturale Val Troncea, tel. 0122 78849, centro visite a Ruà di Pragelato, ore 9.30-12 e 14-15 da lunedì a giovedì, ore 9.30-12 il venerdì; in estate anche sabato e domenica ore 9-12.30 e 14-17.30 (verificare gli orari sul sito).
Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, sede centrale di Salbertrand, tel. 0122 854720.
Ufficio turismo di Pragelato, tel. 0122 741728, ore 9-12.30 e 14-18, per informazioni su parcheggi e navette.
Per dormire: rifugio Troncea (1915 m), tel. 327 6468688, aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre e dal giovedì alla domenica negli altri mesi.
Rifugio escursionistico Mulino di Laval (1661 m), tel. 320 4518320 (solo tramite whatsapp), info@mulinodilaval.it, aperto da giugno a settembre e nei fine settimana degli altri mesi.
Note: i cani si possono portare, ma con guinzaglio corto e senza uscire dai sentieri.
Previsioni meteo: www.nimbus.it
Mappa dell’itinerario: il percorso è indicato sull’ortofoto fornita dall’Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie.

* Giornalista e “sentierologo”, Furio Chiaretta progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d’Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno (su cui è stato proposto questo itinerario).

Piemonte Parchi

Piemonte Parchi è una rivista di informazione e divulgazione naturalistica pubblicata dalla Regione Piemonte. Nel 2023 festeggia quarant'anni di attività, unendo al taglio naturalistico degli articoli, l'interesse per l'attualità. "Unica" nel suo genere, nel corso degli anni è passata da rivista cartacea bimestrale a mensile, mentre nel 2006 ha registrato un proprio dominio, diventando anche una testata giornalistica online. Oggi, la versione telematica ha sostituito parzialmente quella cartacea. Quest'ultima continua a uscire come supplemento al web con uno o due numeri speciali all'anno. Le edizioni monografiche sono a tiratura limitata e vengono distribuite nei parchi piemontesi, ma sono anche scaricabili online gratuitamente.

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