TORINO. Le leggende sul nome del capoluogo del Piemonte sono diverse, e si potrebbe affermare che si perdono nella notte dei tempi. La prima di queste narra di Pa Rahotep, un principe egiziano, forse il fratello di Osiride. Giunto nel 1523 a.C. in Italia, accompagnato da un seguito di numerose persone, era alla ricerca di territori nuovi da esplorare e conquistare.
Perché scelse proprio il Piemonte, viene da domandare? Sembra che il motivo sia stato il fiume Po, in quanto gli ricordava il Nilo. Così, attraversati Appennini e mari, Pa Rahotep fondò la città di Eridania, introducendo il culto del dio Api, simboleggiato da un toro, da cui il nome dato a Torino. La fortuna, però, non fu dalla parte del principe, il quale morì affogando nelle acque del Po al termine di una corsa di bighe nel parco del Valentino. In suo onore, però, il tratto di fiume della zona fu nominato Eridano, fino all’arrivo dei Celti, che lo rinominarono Padam, per i numerosi pioppi sulle rive, mutato nel tempo in Po.
L’altra leggenda, invece, riporta di una lotta feroce tra un toro rosso e un drago, che mangiava chiunque incontrasse sul proprio cammino. Gli abitanti del villaggio, decisero allora di avvalersi della forza di un toro rosso, grande, a cui diedero del vino da bere per incoraggiarlo a battersi. Sconfitto il drago, anche il toro morì per le ferite riportate, e per riconoscenza gli abitanti si nominarono Taurini, facendo del toro il loro simbolo.
Entrambe le storie sono citate in alcuni libri di secoli addietro, ma non vi sono documentazioni sulla veridicità di questi fatti. Si tratta, appunto, di leggende…
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